Diego Grandi. Una nuova gestualità nello spazio wellness

L'architetto Diego Grandi racconta il progetto di Closer, una rilettura estetica e funzionale della colonna doccia. Una proposta innovativa firmata  Zucchetti.Kos che al Cersaie di Bologna è protagonista di un concept abitativo pensato per il tempo libero

A meno di un anno dal suo debutto sul mercato, dopo il Good Design Award e il DesignPlus, in questi giorni Closer ha vinto anche l’European Consumers Choice Award 2015. Come si spiega questi successi?

Uno dei miei interessi primari era quello di progettare un sistema in grado di reinventare la gestualità legata alla doccia, proponendo una maniera alternativa di affrontare un semplice rito quotidiano. E credo che questi riconoscimenti siano dovuti proprio al fatto che il prodotto risponde ad una reale esigenza funzionale, quella di orientare il flusso d'acqua in diverse direzioni, con un semplice tocco della mano.

Questo è reso possibile da un sistema basculante con un contrappeso, che permette al soffione di stabilizzarsi in qualunque posizione si trovi. Una soluzione del tutto inedita per questa tipologia oggettuale. Come è nata l’idea?  
I sistemi doccia snodabili esistono ma sono piuttosto statici. Inoltre l'asta col soffione mobile impegna entrambe le mani. Ne hanno disegnati di molto belli ma io volevo qualcosa di diverso, puramente gestuale e libero da ogni vincolo. Ho immaginato una sorta di danza, in uno spazio che generalmente è abbastanza statico. L'idea mi è venuta osservando le lampade col contrappeso. Io ne ho una in sala riunioni e guardandola, non so spiegare perché, ho visto una doccia. Quindi ho pensato che avrei potuto dare una nuova funzione a questo oggetto e studiare il modo di fargli emettere acqua anziché energia luminosa.
 
Quali particolari innovazioni tecniche avete dovuto introdurre per trasformare questa intuizione nel prodotto finito?
Abbiamo lavorato soprattutto sugli snodi. Difatti, nonostante la spinta dell'acqua oggi sia più bassa rispetto a quella di alcuni anni fa, comunque causa uno spostamento in una struttura a equilibrio libero. Assieme ai tecnici di Zucchetti.Kos abbiamo pensato a un sistema per frenare questo spostamento, mantenendo comunque la fluidità dei movimenti.

Closer ha un aspetto molto essenziale, di ispirazione geometrica, Quali sono i motivi di questa scelta?
Immaginavo Closer come un delicato gioco di equilibri, una piccola scultura mobile che non è mai nella stessa posizione e la cui forma muta costantemente per rispondere alle esigenze della persona. Questo aspetto poetico del progetto a mio avviso richiedeva forme pure e non troppo "disegnate". Non servivano particolari artifici estetici. Quindi ho deciso di lavorare su un tronco di cono per il soffione e su volumi cilindrici per l'asta e il contrappeso, senza l'aggiunta di alcun orpello. Per il colore ho scelto un nero assoluto.  Trattandosi di un oggetto "gestuale", in cui il contatto e la manipolazione riveste un ruolo fondamentale, ho deciso di dare alla superficie una finitura  "tattile", leggermente gommata, confortevole, che rende il contatto con Closer particolarmente "caldo" e piacevole.

Closer è uno degli oggetti protagonisti dell'installazione Day-Off, al Cersaie di Bologna. Di cosa si tratta?
Day Off è un'installazione di 250 mq pensata come il concept di un “rifugio” per il fine settimana. Nella sua progettazione mi sono ispirato all’eredità di Le Corbusier e della Bauhaus, che a Cape Martin e a Cape Cod interpretarono l'idea di un ritorno al contatto con la natura senza rinunciare alla bellezza e all'efficienza del design.

Naturalmente io non mi voglio rapportare a questi grandi maestri, ma mi interessava riproporre  il loro atteggiamento attraverso un concept che sintetizza quello che io farei se dovessi progettare per me una casa per vacanze brevi. Proprio per la sua essenzialità a mio avviso Closer si prestava a dialogare con alcuni pezzi storici che ho scelto per arredare lo spazio, come la poltrona  LC di Le Corbusier e la Chaise Longue Tokyo di Charlotte Perriand, ai quali tra l'altro è ispirato.