Marcel Wanders Studio. Le collisioni multidisciplinari

Ad Amsterdam, nello studio di Marcel Wanders, ribattezzato Westerhuis, oltre 50 designer internazionali si lasciano guidare e ispirare dall’estro del suo fondatore, declinato in progetti di interior e design di prodotto. A tirare le fila di queste collisioni multidisciplinari, il direttore creativo Gabriele Chiave, che sulla medesima scia progettuale di Wanders condivide un ideale di design volto all’esaltazione della bellezza e all’accrescimento delle esperienze umane. Gabriele Chiave ci introduce in questo mondo…

Il motto di Marcel Wanders è “Creare un ambiente piacevole, vivere ogni momento guidati dalla passione, trasformare i sogni in realtà”. Come si declina tutto questo nel vostro lavoro?

Ogni nuovo progetto è un’opportunità per spingerci oltre i limiti e superare ciò che abbiamo fatto fino ad ora. Vogliamo andare sempre avanti. Il nostro intero spazio di lavoro è stato organizzato per ispirare i designer nella sperimentazione e stimolare la creazione di qualcosa di bello, progetti anche complessi, ma con una dose di umorismo. Designer di prodotto e di interni, progettisti 3D e grafici condividono il medesimo spazio e i team che lavorano ad ogni progetto sono interscambiabili. Il nostro studio è pieno di progetti che abbiamo realizzato e di prototipi per i futuri, così da poter sempre imparare dai nostri successi ed essere in una condizione costante di sviluppo. Dalla nascita dell’idea alla realizzazione del concept, facciamo confluire la nostra personale identità in tutto il processo creativo, immergendoci nella cultura e nel significato stesso del progetto. Il nostro scopo è innescare emozioni attraverso il design e circondarci del lavoro che amiamo.

Quali sono i “sogni” che in qualità di designer siete oggi chiamati a realizzare?


Il mercato dei prodotti e dell’interior è inondato da progetti funzionali, che spesso mancano però di un legame emozionale con le persone. Il modernismo occidentale sembra curarsi meno della magnificenza, dell’artigianalità e dei dettagli che caratterizzano gli arredi del passato. Questo è il motivo per cui è così interessante lavorare a nuovi progetti nel Middle East, o su esposizioni, hotel e residenze in Asia: sono luoghi che vantano straordinarie costruzioni e riservano sorprese ad ogni angolo. Questo ci porta a essere più audaci, spingerci a livelli più alti, a unire il carattere distintivo del vecchio stile con la vitalità e la frenesia delle innovazioni moderne. La società odierna necessita prodotti in grado di entrare in contatto con il cuore e la mente delle persone. Nel nostro lavoro ci sforziamo di andare oltre la funzionalità e creare invece prodotti che siano sostenibili per durare una vita o anche di più.

Ci sono esperienze personali che hanno influenzato la tua carriera?

Nella mia vita ho vissuto all’estero in una grande varietà di luoghi. Sento di aver realmente assorbito tutti gli influssi dei posti in cui sono stato. Per i primi nove anni della mia carriera ho studiato in Italia e qui ho raggiunto una profonda comprensione dell’arte e del processo di design. Ho un grande rispetto per la ricchezza delle esperienze vissute e ciò mi rende più consapevole nei diversi approcci e nella conoscenza di culture diverse quando sono impegnato in ambienti non occidentali. Di conseguenza, l’essere coinvolto in più progetti allo stesso tempo e in differenti posti mi rende molto più entusiasta riguardo le infinite possibilità del mio lavoro.

Cosa pensi quindi del design italiano e delle aziende del Made in Italy?

Negli anni ’70 le aziende italiane erano leader nel loro settore e tuttora giocano un ruolo chiave. La differenza è che l’industria italiana si è evoluta da allora e si è aperta a designer ed influenze straniere. Questo è probabilmente un processo naturale, una conseguenza della globalizzazione, ma il suo significato va oltre. Significa che l’industria è disposta a espandersi oltre i suoi confini e alla sua storia, seppur duratura. Si abbraccia un interscambio tra queste nuove discipline, idee, culture, allo scopo di raggiungere un design sempre più bello e di qualità. Nello Studio di Marcel Wanders è naturale collaborare con le aziende italiane.

In riferimento ai vostri più recenti lavori, qual è stato il vostro approccio progettuale?


La nostra filosofia vuole che ogni parte di un progetto si unisca per creare un unicum. Perciò siamo estremamente attenti e precisi in ogni più piccolo dettaglio. Nell’interior design è fondamentale avere sempre in mente l’immagine complessiva e l’interazione tra gli elementi. Ad esempio, al momento stiamo progettando un hotel sei stelle in Medio Oriente, un lavoro molto coinvolgente: miriamo a creare un nuovo genere di esperienza nel mondo dell’hospitality, che coniughi i più peculiari aspetti della cultura mediorientale attraverso il mondo del design e la nostra identità. È come se stessimo scrivendo un nuovo capitolo della storia!