Ara Maris Hotel, Sorrento
DATA SHEET

Interior design: Studio Spagnulo&Partners
Furnishings: Molteni (indoor), Varaschin (outdoor)
Lighting: Panzeri
Fabrics (bedheads, carpets, pillows): Mariantonia Urru
Column wine cellars: Signature Kitchen Suite
Wood flooring: Listone Giordano
Ceramic accessories and tiles: Giovanni De Maio
Faucets: Zucchetti
Towel warmers: Tubes
Sanitaryware: Simas
Photo credits: Barbara Pau, Stefano Pinci

L’hotel Ara Maris, a Sorrento (progetto firmato dallo studio Spagnulo&Partners che ha curato gli interni e il redesign delle facciate interna ed esterna), è un edificio anni ’50 che è stato reinventato con un’operazione insieme radicale e rispettosa. Sull’esterno non è stato fatto nessun intervento strutturale: la parte che affaccia sul giardino con piscina è stata attrezzata con pannelli fotovoltaici, quella su strada è stata decorata con pannelli metallici ton-sur-ton che regalano ritmo e movimento a un fronte altrimenti un po’ schematico. 

«È comunque un sistema geometrico molto semplice, esatto, elementi asimmetrici ma che fanno riferimento alla geometria elementare, fatta di assi verticali e orizzontali», spiega Federico Spagnulo. «Ha preso così forma un pattern che con le luci, la sera, diventa evidente, e che abbiamo voluto trasferire anche nel disegno delle piastrelle all‘interno delle camere e nelle tazze: un piccolo segno distintivo». 

l piano terra, di grande superficie, è suddiviso in spazi comuni che possono essere modulati dall’apertura o chiusura di porte scorrevoli e di pannelli pivotanti. Sale d’accoglienza che, nell’idea di Spagnulo, sono utilizzate come spazio espositivo dedicato all’arte (in collaborazione con la Galleria Nicola Pedana di Caserta), con ampie superfici a disposizione e un sistema di agganci con tondini per non forare le pareti, proprio come avviene nelle gallerie e musei.

È un modo intelligente di utilizzare lo spazio come cerniera tra interno ed esterno, dal momento che la presenza delle opere attira lo sguardo. «Dalla proprietà abbiamo avuto abbastanza carta bianca», prosegue Spagnulo, «è stato chiaro da subito che non volevano un albergo tradizionale». Un altro spazio comune molto importante è il bar sul tetto-giardino dell’edificio, circondato sul perimetro da bassa vegetazione mediterranea. Qui si trovano i “tappeti” di piastrelle artigianali decorate tipici della zona, reinterpretati in chiave moderna.

Lo stesso concetto che poi ritroviamo nelle camere, dove le piastrelle creano delle isole di colore che sottolineano alcuni elementi (il letto, il televisore); e nei bagni, dove viene riportato in bianco/blu il pattern astratto della facciata. I pavimenti delle camere sono in un legno opaco che ricorda quello delle barche. La ricerca sui materiali è stata guidata da scelte sostenibili: oltre ai pannelli solari, sono state utilizzate per la grande maggioranza maestranze e materiali locali, in un’ottica di progetto il più possibile a km 0.

«Ci sono però anche delle “incursioni”: Molteni, che ha seguito tutta la parte contract (avevamo bisogno di una struttura molto ben organizzata), ha portato qui un po’ di Brianza; tessuto e cuscini di Mariantonia Urru, sarda», conclude Spagnulo. C’è anche, nel ritmo geometrico delle piastrelle che abbracciano la piscina, un omaggio a Gio Ponti, che proprio qui a Sorrento ha disegnato uno dei suoi capolavori, l’hotel Parco dei Principi. A testimonianza di un legame col territorio a tutto tondo: materiale, umano, storico.