L’esordio di Pininfarina Architecture nel collectible design

Presentata durante la Design Week, la chaise longue Oksýs, disponibile in soli tre pezzi, realizza la vision progettuale e culturale del brand

Oksýs by Pininfarina Architecture design by Marco Becucci

Una superficie superiore liscia dalle linee fluide, accomodanti e raffinate, che rimandano alle più tipiche forme del car design firmato Pininfarina; una parte inferiore grezza, ruvida e possente, che richiama la roccia: sono gli elementi che, rafforzandosi ed esaltandosi l’un l’altro per contrasto, rendono la chaise lounge Oksýs, primo progetto di collectible design di Pininfarina Architecture, unica, e dandole un fascino dalle radici profonde, ancestrali. Prodotta nei laboratori interni di Pininfarina a Cambiano (Torino) e risultato di un’unica fusione di alluminio, è la rappresentazione di come, nella visione di Pininfarina, artificiale e naturale, uomo e natura, siano elementi non contrapposti ma, piuttosto, complementari e parte di una stessa logica.

Presentata durante la Milano Design Week presso Rossana Orlandi Gallery e frutto della collaborazione creativa tra le divisioni Architettura e Product Design dell’azienda, la chaise longue Oksýs racchiude in sé tutto il patrimonio valoriale dell’azienda, sinonimo di design e innovazione Made in Italy da oltre 90 anni, così come la sua visione rivolta al futuro. La storia di Pininfarina è strettamente legata all’approccio “collectible” sin dalle primissime origini. Quando nel 1930 Battista Farina fondò l’azienda, la sua missione era quella di creare auto di lusso e gran lusso che fossero pezzi da collezione, disegnati e costruiti per realizzare il sogno dei futuri utilizzatori. Le prime auto Pininfarina erano oggetti di alto artigianato e possedevano caratteristiche uniche, come abiti di alta sartoria. Disegnata da Marco Becucci del team Architettura di Pininfarina e realizzata in soli tre pezzi, Oksýs è stata selezionata da una commissione composta dalla gallerista Rossana Orlandi, dal designer e imprenditore Giulio Cappellini e dal Presidente di Pininfarina Paolo Pininfarina. Giovanni de Niederhäusern, alla guida del team Architettura e Product Design del brand, racconta il primo progetto di collectible design firmato Pininfarina Architecture.

Oksýs by Pininfarina Architecture design by Marco Becucci

Come si è arrivati alla scelta di creare collectible design? È vero che anche le auto create da Battista Farina partivano dall’idea di collezionismo, ma oggi i tempi sono cambiati. Cosa significa oggi creare un oggetto per pochissimi?
«Pininfarina ha sempre avuto nel suo DNA l’idea di creare qualcosa che fosse unico e con un’attenzione forte al dettaglio. Oksýs vuole essere un ritorno a questo concetto nella maniera più pura possibile, allo stesso tempo riflettendo sull’evoluzione del marchio e trasportandolo nella dimensione del design di arredi. Creare oggi un oggetto unico, o comunque in serie limitatissima, in un’azienda storica come la nostra, significa avere la possibilità di sperimentare al massimo delle nostre capacità creative, senza vincoli se non quelli della creatività stessa”.

Può spiegare la visione della complementarità di artificiale e naturale, uomo e natura? In Oksýs, si traducono in contrasti di linee, forme, percezioni. È un concetto interessante ma come si può sviluppare in un sistema di vita che pare sempre ‘artificiale’ (AI, mondo digitale, social)? Occorrono dei confini? Che rischi ci sono nell’esagerazione dei due opposti?
«Oksýs è la rappresentazione di un ossimoro: due elementi – il naturale e l’artificiale – come parti della stessa realtà, pur essendo entità contrastanti. Strumenti come l’AI e le piattaforme digitali possono essere utili per accompagnarci alla creazione di nuovi oggetti o elementi, ma rimangono comunque derivativi di un’impronta naturale. Più che confini, parlerei dunque, proprio come visibile in Oksýs, di equilibri”.

Oksýs by Pininfarina Architecture design by Marco Becucci

Quando è nato il progetto che ha portato a Oksýs? Cosa ha mosso la creazione di una commissione in una sorta di ‘concorso’? Perché è nata questa idea e come si è svolto? Ci sarà un seguito?
«L’idea di creare un collezionabile firmato Pininfarina è nata circa un anno fa, con l’intento di riprendere il dialogo tra design e arte che ha caratterizzato molte delle nostre creazioni passate. La creatività in Pininfarina è orizzontale: è stato coinvolto un certo numero di creativi del team di Architettura e Prodotto per sviluppare alcune idee di collectible in linea con la storia e le competenze artigianali dell’azienda. Rossana, Giulio e il Presidente hanno poi selezionato Oksýs, perché il più originale e allo stesso tempo il progetto che meglio valorizza design e artigianalità».

In che modo Pininfarina, come brand, intende procedere sulla via del collectible design? Oksýs rimarrà un progetto isolato?
«Come Pininfarina da sempre disegniamo oggetti unici per i nostri Clienti, in particolare in ambito residenziale. Oksýs rappresenta la trasposizione di questa competenza nell’ambito delle gallerie, contaminando arte e design. Sicuramente saranno rilasciati altri pezzi in futuro, ma in modo organico, e senza fretta».

Parliamo del mondo del design/interior design e di quello del design automobilistico: dove stanno andando? La strada intrapresa è quella giusta? Come si può migliorare la rotta?
«Sia il mondo del design che quello dell’interior design e automobilistico si trovano ad affrontare un momento di grandi trasformazioni, trainate da innovazioni tecnologiche, nuove esigenze dei consumatori e una crescente attenzione alla sostenibilità. È sicuramente necessario sui due fronti un impegno continuo per l’innovazione tecnologica, la sostenibilità ambientale e l’esperienza utente».

Pininfarina Architecture ha ottenuto e continua a ottenere riconoscimenti a livello globale: secondo lei, per quale motivo? Quali sono le direttive che stanno alla base del lavoro dei suoi collaboratori?
«In passato, ho spesso lavorato in contesti dove la creatività era focalizzata su una singola figura centrale. In Pininfarina Architecture, invece, la creatività è diffusa orizzontalmente nel team, guidata da una ricca eredità storica, da un metodo ben definito e, soprattutto, da una chiara visione del futuro».