La rivoluzione di vetro

La mostra “1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia”, allestita presso Le Stanze del Vetro sull'Isola di San Giorgio Maggiore e curata da Marino Barovier, racconta questa storia affascinante attraverso una minuziosa selezione di 135 opere provenienti da musei prestigiosi e collezioni private. Fino al 24 novembre

1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia, installation view - photo © Enrico Fiorese

La Biennale di Venezia del primo ventennio del Novecento segna un’epoca di rivoluzione per l’arte del vetro muranese, occhio di bue attraverso il quale osservare l’evoluzione del gusto e delle tendenze artistiche dell’epoca. Nel periodo tra le due guerre, il vetro di Murano comincia a conquistare la scena veneziana, dapprima grazie agli artisti che lo scelgono come mezzo espressivo e successivamente con la Biennale che apre le porte alle arti decorative, ponendo il vetro accanto alle cosiddette arti maggiori. È un’epoca di sperimentazioni e innovazioni: dai soffiati monocromi ispirati al Rinascimento, firmati da Giacomo Cappellin e Paolo Venini, alle creatività di artisti come Hans Stoltenberg Lerche, Vittorio Toso Borella, Vittorio Zecchin e molti altri che collaborano con storiche vetrerie muranesi per dare vita a opere inedite.

1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia

Questi anni vedono l’affiorare di nuove tipologie di vetro, come quelle create sotto la direzione artistica di Napoleone Martinuzzi, o di Vittorio Zecchin, con le loro tecniche innovative e le loro forme scultoree, testimonianze di un dialogo costante tra tradizione e ricerca stilistica. Lo sguardo è rivolto tanto alle ricerche d’oltralpe quanto al desiderio di definire una nuova identità visuale, capace di combinare maestria artigianale e visione artistica.

1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia

Si legge nel saggio introduttivo al catalogo generale firmato da Marino Barovier: “La presenza del vetro muranese alla Biennale, escluso dalla manifestazione alla sua prima edizione nel 1895, si afferma negli anni successivi, specialmente dopo l’eco della grande mostra d’arte decorativa moderna di Torino del 1902. Tuttavia, è solo a partire dal 1912, con la X edizione della Biennale, che il vetro di Murano viene esposto come opera ‘autonoma’ e accettato ufficialmente nell’ambito delle arti maggiori”.

1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia

Il catalogo della mostra, curato da Barovier e Carla Sonego, è frutto di un’approfondita indagine nell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) della Biennale e offre uno sguardo dettagliato su questo periodo chiave, illustrando con foto d’epoca e documenti quanto venne esposto, evidenziando come quest’arte considerata minore abbia conquistato un posto di rilievo nel mondo delle arti maggiori, consacrando il valore artistico della produzione muranese d’avanguardia.

1912-1930 Il vetro di Murano e la Biennale di Venezia

La mostra non rappresenta solo un tributo alla maestria degli artefici del vetro muranese, ma un vero e proprio viaggio nella storia di un’arte che ha saputo reinventarsi, divenendo simbolo di innovazione e bellezza, testimone dell’inesauribile capacità creativa e sperimentale dell’uomo.