Le interviste di IFDM: Brigitte Silvera

Brigitte Silvera è direttrice delle boutique Silvera di Rue du Bac a Parigi e parte di un impero del design che abbraccia Lione, Marsiglia Bordeaux e Londra con 16 punti vendita. La incontriamo per parlare della Milano Design Week: «Per noi è l’evento più importante dell’anno»

Brigitte Silvera

La Milano Design Week è alle porte. Qual è il ruolo di Milano nel sistema del design mondiale?
Venire a Milano e visitare il Salone del Mobile per noi è essenziale. Tutta l’alta gamma dei brand di design che proponiamo nei nostri negozi è concentrata qui: da Poliform a Minotti, da Flexform a Baxter a Living Divani. Per l’80% si tratta di marchi del made in Italy; poi ci sono i nostri brand scandinavi come Gubi, &Tradition, Carl Hansen. Rispetto ad altri eventi, come ad esempio Maison&Objet, che spaziano verso altri mondi, Milano è davvero il mobile. Il Salone è l’occasione numero uno di incontrare i nostri brand, e siamo felici di respirare tutta la loro creatività. 

Oltre alla fiera visiterete la città?
Avendo pochi giorni a disposizione, la fiera resta essenziale per ottenere una visione completa di tutte le collezioni. Ma certamente, seguiremo i nostri brand anche in città, dove accadono cose straordinarie al di fuori degli stand. Così si scoprono, oltre alle collezioni, dei palazzi straordinari, o luoghi che non si potrebbero visitare altrimenti.

Conserva qualche ricordo particolare delle edizioni precedenti?
Dell’edizione dell’anno scorso, l’esposizione di Gubi nello splendido contesto dei Bagni Misteriosi, e poi la presentazione della prima collezione outdoor di Poliform, esposta sulla ghiaia nera nei chiostri quattrocenteschi di San Simpliciano.

Un evento della prossima edizione che attendete con maggior trepidazione?
Siamo entusiasti di essere stati invitati da Baxter a partecipare a un’esposizione in anteprima presso Baxter Lago, la villa dei primi del ‘900 sul lago di Como, dove da qualche anno il marchio espone le proprie collezioni.

Esistono degli aspetti a suo avviso meno riusciti della Milano Design Week?
Per me è tutto piuttosto riuscito; dovrebbero essere incrementati i focus sui luoghi imperdibili e sulle esposizioni più belle al di fuori della fiera, dedicati a chi non ha molto tempo a disposizione.

Il mondo del design e dell’arredamento ha sempre fatto parte della sua vita?
Sono nata ad Antibes, e mio nonno lavorava nel campo dell’arredamento. Nonostante inizialmente avessi optato per lo studio dell’informatica, ho presto avvertito il richiamo di una vocazione più creativa. Ho quindi intrapreso un percorso di studi nel design presso l’Institut Supérieur de Marketing du Luxe della maison Cartier, concentrando la mia tesi sugli oggetti cult del design. Dopo l’incontro con Paul Silvera, già immerso nel panorama del design, ho mantenuto un piede nel campo dell’informatica, ma nel 2000 ho accettato la sua proposta di collaborare nella gestione di una boutique monomarca Maxalto in Rue Du Bac. La boutique successiva è stata B&B, poi ci siamo evoluti in un polo multimarca con Silvera. Ancora oggi, mi occupo della boutique di Poliform di Rue du Bac.

Attualmente Silvera ha dodici punti vendita a Parigi, due a Marsiglia, due a Lione, uno a Bordeaux e uno a Londra. Qual è l’ingrediente principale di tanto successo? E come è nata l’idea di aprire un punto vendita a Londra?
Ritengo che sia fondamentale dedicare tempo ai clienti, offrendo loro consigli e una selezione diversificata. Al pubblico francese, così come agli italiani, piace vivere in spazi che esprimano carattere, personalizzazione, non in un copia e incolla di un annuncio su una rivista. I nostri clienti tipici sono anche frequentatori dei mercati delle pulci, e amano scoprire i nuovi talenti. Noi apriamo loro una porta affinché possano esplorare una commistione tra marchi diversi, con autori rinomati e altri meno conosciuti. Attraverso il nostro e-shop, proponiamo marchi più accessibili, che non sempre esponiamo in negozio, ma caratterizzati da un design interessante. Questo consente ai nostri clienti di stabilire un budget per l’elemento principale, e poi regalarsi pezzi più accessibili. La scelta di aprire a Londra non è stata guidata da motivazioni razionali: un membro del nostro team voleva esplorare la città, e ci ha convinto.

Silvera è anche editore di design, come nel caso dei pezzi disegnati per voi da Sam Baron: da cosa nasce questa idea, e avrà un seguito?
Nel caso di Sam, ci siamo resi conto che tra le nostre proposte mancavano delle console: il suo design ci piace davvero, e così abbiamo pensato a lui; abbiamo anche collaborato con Coedition, che è un editore francese. Ma rappresentiamo così tanti marchi che ci risulta difficile lanciare una nostra edizione: si tratta di una professione diversa.

Com’è cambiato il vostro pubblico dalla fondazione di Silvera a oggi?
C’è ancora una forte presenza della nostra clientela del 7º e del 16 º arrondissement, così come tra developers e architetti. Tuttavia, e lo noto specialmente con Poliform, la clientela che un tempo disponeva di un potere d’acquisto elevato, appassionata di design desiderosa di investire in arredi di alta qualità, è in minoranza rispetto a una clientela che, con l’evolversi dell’economia e specialmente in seguito alla pandemia, ha un potere d’acquisto elevatissimo e spende generosamente, ma senza necessariamente possedere una particolare conoscenza o interesse nel campo del design. Spesso si affidano a consigli esterni per le loro decisioni. Personalmente, trovo questa tendenza un peccato.