Qual è l’oggetto d’uso quotidiano che utilizzate e apprezzate maggiormente e perché?
“Un buon progetto non nasce dall’ambizione di lasciare un segno, il segno del designer, ma dalla volontà di instaurare uno scambio anche piccolo con l’ignoto personaggio che userà l’oggetto da noi progettato”: così scriveva Achille Castiglioni per definire cosa fosse per lui un oggetto di buon design. Non a caso, il prodotto che aveva disegnato e di cui andava più fiero era l’interruttore rompitratta, disegnato nel 1968 con il fratello Piergiacomo e prodotto da Vlm, azienda specializzata nel settore dei componenti elettrici per l’illuminazione, Un piccolo oggetto prodotto in grande numero, acquistato per le sue qualità funzionali e di cui nessuno, tanto meno i venditori di materiale elettrico, conosceva l’autore. Un oggetto quotidiano, familiare che riassumeva al suo interno l’idea di design del grande maestro. E che gli aveva permesso di entrare nelle case di tutti, diventando un prodotto così diffuso da appartenere più alla gente che alla storia del design. Castiglioni era un uomo curioso e per tutta la sua vita ha raccolto quelli che lui definiva “oggetti anonimi”, ovvero cose che utilizziamo ogni giorno senza sapere chi li abbia progettati, ma che comunque troviamo attraenti per semplicità e funzionalità. Ma anche per tutti quegli aspetti emotivi che ci rendono quell’oggetto gradevole, interessante. Talvolta speciale. Da qui è nata la domanda che abbiamo rivolto a diversi studi internazionali di design: Qual è l’oggetto d’uso quotidiano che utilizzate e apprezzate maggiormente e perché? Le risposte, per niente scontate, hanno tracciato un quadro: quello del design bello e funzionale ma anche poetico e intramontabile. Oggetti che ci circondano nella vita di tutti i giorni e a cui non potremmo mai rinunciare. Alcuni con autori conosciuti, altri oggetti anonimi. Ne è risultato un lungo elenco di cose che affollano da sempre la nostra vita di tutti i giorni, dalla bottiglia d’acqua alla matita. Alcuni sono oggetti capaci di far sognare, altri strettamente funzionali. Tutti con un senso che, in fondo, rispecchia l’idea di design di chi ci ha risposto. Perché il design, quello vero, parte sempre da un ragionamento di fondo, dall’idea che il suo autore ha di quello che vuole trasmettere. E, forse, guardando questi loro “oggetti del cuore“, che hanno ogni giorno attorno a sé, riusciremo anche a comprendere meglio il loro lavoro. Ad apprezzarne le caratteristiche. E a non darli mai per scontati. Perché anche una sedia, in apparenza semplice, racchiude un pezzo di anima del proprio autore.
Setsu & Shinobu Ito
1. Il camino progettato da noi con Marmo Grigio Carnico, ci da calore per ogni stagione insieme con cani WAN (scultura) progettato sempre da noi per Riva1920. 2. Al Salone porteremo il tavolo, la sedia e lo sgabello TE’ disegnato da noi per Désirée.
Jaime Hayon
1. Qualsiasi oggetto del quotidiano mi può ispirare. Per esempio, ho trovato una piccola macchina per cucire in un tempio lontano da tutto dove mi sono ritirato a fare meditazione. E ho creato una giacca che mi piace tantissimo! 2. Presenterò alcuni pezzi nuovi disegnati per Wittmann e BD Barcelona.
Luca Nichetto
1. Posso dire che il mio orologio Unimatic! Da quando l’azienda mi ha regalato questo orologio, lo indosso sempre. È diventato il mio compagno di tutti i giorni. È ben progettato e robusto e non voglio che sia altro che un buon orologio. Non è né troppo grande né troppo piccolo, è semplicemente perfetto. Il fatto che sia prodotto in Italia è piuttosto insolito per un orologio, ma lo rende ancora più speciale. Il mio incontro con Unimatic è stato piuttosto spontaneo. Mi trovavo a Milano per verificare i prototipi con altri clienti dopo aver partecipato a un evento a Stoccolma, dove ho avuto l’opportunità di scoprire il marchio e di toccare con mano i suoi prodotti. Ho preso un paio di contatti per permettermi di esplorare questo marchio giovane ma supercool, li ho visitati presso la loro sede e alla fine sono diventato un orgoglioso utilizzatore delle loro creazioni. 2. Stiamo preparando un’installazione per Kerakoll e siamo entusiasti di annunciare che presenteremo i nuovi progetti per Cassina ed Ethimo durante la settimana del design di Milano.
Fabio Novembre
1. A rischio di sembrare fastidiosamente nostalgico, un oggetto comune e quasi invisibile, ma con una enorme carica eversiva, è quel piccolo parallelepipedo di carta chiamato: “libro”. In un mondo che si sta progressivamente smaterializzando, i lettori di libri cartacei sono ancora i 2/3 del totale. Quel piccolo oggetto squadrato è ancora capace di cambiarci la vita! 2. Molti come al solito, ma ci tengo a citarne uno: recentemente il mio Studio ha vinto il concorso per la progettazione del reparto Pediatria del Nuovo Ospedale Policlinico di Milano, in collaborazione con la Fondazione G. e D. De Marchi ETS. Di comune accordo presenteremo un’installazione all’interno dell’Università Statale di Milano anticipando ciò che realizzeremo nell’ambito del reparto dedicato ai bambini e alle loro famiglie.
Draga & Aurel
1. Draga – La libreria Ptolomeo di Bruno Rainaldi: qui l’oggetto si fa da parte, andando a mettere in evidenza l’elemento per cui è stato ideato: il libro. Aurel – Il mio orologio Breil: lo porto quotidianamente al polso da oltre trent’anni, è il primo regalo che ho ricevuto da Draga. Segna il passare del tempo e credo che in qualche modo abbia registrato il passare del MIO tempo, danneggiandosi e deteriorandosi in superficie. 2. Da Rossana Orlandi Gallery ci sarà un progetto realizzato con Giuliano dell’Uva; da Nilufar Gallery, in via della Spiga, cureremo una mostra. Da Visionnaire abbiamo creato il percorso espositivo della Wunderkammer. Ci saranno anche nuove e importanti collaborazioni come quella con Poltrona Frau, per cui sveleremo un divano modulare, e con Giorgetti.
Gabriel Tan
1. Viaggio spesso per lavoro e una buona valigia è essenziale. L’attenzione di Muji per il minimalismo si traduce in un design pulito e snello che dà la priorità a ciò che conta: il bagaglio per viaggiare in modo efficiente e senza sforzo. Uso la mia valigia Muji Hard Shell da oltre dieci anni e, nonostante abbia qualche graffio, è ancora in buono stato e si muove ancora molto bene. Di recente ho fatto un breve viaggio a Tokyo. Grazie alla sua capienza, la valigia mi ha permesso di portare con me tutto ciò di cui avevo bisogno, dai documenti di lavoro essenziali a diversi cambi d’abito per esplorare la città, e di avere abbastanza spazio per alcuni snack giapponesi da portare a casa. Posso inserire tutto ciò che mi serve senza sentirmi appesantito. Il guscio leggero in policarbonato e le ruote piroettanti rendono le manovre negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie affollate un gioco da ragazzi. Oltre alla funzionalità, c’è una certa bellezza nell’estetica essenziale di Muji. Le linee pulite e il design essenziale emanano una qualità senza tempo. La valigia Hard Shell di Muji privilegia la funzionalità senza sacrificare l’estetica. È una filosofia che perseguo nel mio lavoro di designer: creare oggetti utili, belli e che migliorino l’esperienza dell’utente. 2. Il divano Luva e i tavoli Cyclade per Herman Miller e l’appendiabiti Chester per Schönbuch saranno presentati al Salone di quest’anno.
Federico Peri
1. Un cucchiaio da tè risalente agli inizi del XX secolo. Trovo questo oggetto straordinariamente intelligente, funzionale e gradevole allo stesso tempo. Questo cucchiaio presenta una testa bombata e forata, concepita per contenere le foglie di tè durante l’infusione nella tazza. Lo utilizzo spesso sia a colazione che dopo cena. 2. Per Baxter presenterò una famiglia di contenitori, l’evoluzione della famiglia d’illuminazione wave, specchi a parete e un arredo polifunzionale che si chiamerà “weekend”. Per Nilufar gallery, la poltrona Butler; un divano per Bentley home e complementi per Marta Sala Edition. Infine, in via Palermo 11, ci sarà la mia installazione per Carpanese Home. Parteciperò anche all’iniziativa, in piazza San Fedele: Second life: 10 alberi per 10 totem d’autore.