Un pezzo di Svezia a Manhattan

Kasthall svela il suo primo flagship store inaugurato negli States

Kasthall flagship store, New York - Photo © Marco Petrini, Petrinistudio
Kasthall flagship store, New York - Photo © Marco Petrini, Petrinistudio

Tappeti unici e lavorati con tessuti pregiati caratterizzano la produzione di Kasthall, azienda fondata in Svezia nel 1889, oggi tra i leader mondiale nel settore del rug design. 135 anni di storia celebrati con un opening esclusivo, in uno dei quartieri più vibranti di New York: Soho.

«L’apertura del flagship segna un passo significativo per la nostra organizzazione in Nord America. Il nostro focus, ora, è concentrato sulla creazione di connessioni più forti con i clienti per comprendere pienamente le loro esigenze» afferma David McNamara, Sales Director North America. «Portando a New York ciò che abbiamo realizzato con successo nelle nostre sedi globali: Stoccolma, Malmö, Milano, Göteborg e Tokyo».

Concepito non solo come showroom, ma come hub dinamico per accogliere la community del design, degli architetti e della clientela nel contract e nel residenziale, lo spazio è scandito da mattoni a vista e da una grande vetrata-lucernario che irradia l’ambience di luce naturale.

Progettato da Daniela Bodsgård – Store Concept Developer e Visual Merchandiser per l’azienda – in collaborazione con Lena Jiseborn, Head of Design del marchio, il flagship è stato ispirato dall’atmosfera delle gallerie d’arte. E in occasione della recente apertura, il marchio ha dato nuova vita alla Feather collection – linea disegnata da Ellinor Eliasson – presentata in una vivace gamma cromatica ispirata alla natura e ai magnifici colori degli uccelli, che infondono nello spazio dell’abitare un tocco giocoso ed eclettico.

«I nuovi colori della Feather Collection – spiega Lena Jiseborn – ampliano l’ampia sfera della nostra collezione, offrendo una tavolozza vibrante e versatile. Dalle tonalità neutre ai sorprendenti tocchi di colore, Feather irradia raffinatezza… e un pizzico di divertimento».

Photo © Marco Petrini, Petrinistudio