Storie di famiglia

A Milano, una mostra presenta (con un allestimento speciale) le opere gruppo di artisti/designer legati da un rapporto speciale: madre, padre e le loro due figlie. Questione di Dna

ZaLiZaZa - inventario di famiglia - Photo © Miro Zagnoli
ZaLiZaZa - inventario di famiglia - Photo © Miro Zagnoli

Ci sono quattro personaggi dietro il titolo un po’ misterioso (ZaLiZaZa – inventario di famiglia) della mostra organizzata dalla galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea di Milano, visitabile fino al 19 novembre: sono il fotografo Miro Zagnoli (Za), l’artista Emi Ligabue (Li) e le loro due figlie: l’illustratrice Olimpia Zagnoli (Za) e la costumista Emilia Zagnoli (Za).

Emilia Zagnoli, Olimpia Zagnoli, Emi Ligabue & Miro Zagnoli
Ritratto di famiglia: Emilia Zagnoli, Olimpia Zagnoli, Emi Ligabue & Miro Zagnoli
Miro Zagnoli, Falkland, 2003 2023, stampa a getto d'inchiostro su carta cotone, 80x65 cm
Miro Zagnoli, Falkland, 2003 2023, stampa a getto d’inchiostro su carta cotone, 80×65 cm

A cura di Fracesca Pellicciari e con l’allestimento dell’amico-confidente di famiglia Franco Raggi, l’esposizione propone un percorso che è in realtà un inventario di opere di ogni genere e specie – disegni e fotografie, libri di legno, collages, oggetti/sculture, stoffe, paraventi e scatole magiche a cui si accostano apparati come schizzi, appunti, cartoline, fotografie di famiglia – in un dialogo fitto di corrispondenze in cui le quattro voci si alternano e si susseguono senza ordine cronologico.

ZaLiZaZa - inventario di famiglia - Photo © Miro Zagnoli
ZaLiZaZa – inventario di famiglia – Photo © Miro Zagnoli

Perché loro, gli ZaLiZaZa, sono una famiglia modernissima eppure d’altri tempi: se non si occupassero di manufatti diversi, li si potrebbe immaginare affaccendati in una bottega a conduzione familiare di stampo rinascimentale, o barocca, nell’intento di sperimentare nuove tecniche pittoriche, rivoluzionare gli stili o a prenderne d’esempio.

Emi Ligabue, Ghost furniture, 2021, olio su cartoncino, 20,5x25,5 cm
Emi Ligabue, Ghost furniture, 2021, olio su cartoncino, 20,5×25,5 cm

Per questo talvolta la loro attenzione si concentra sugli stessi soggetti. Se infatti da decenni il design pervade l’opera fotografica e i set tuttora analogici di Miro (Za), lo si ritrova spesso anche nelle opere di Emi (Li), che si tratti del Cicognino di Albini, della vita e dell’opera di Charlotte Perriand o di un design anonimo trovato in vendita online.

Emilia Zagnoli, Giacca per un’illustratrice, 2019, cotone, bottoni in plastica, amuleto di giada, 58x58 cm
Emilia Zagnoli, Giacca per un’illustratrice, 2019, cotone, bottoni in plastica, amuleto di giada, 58×58 cm

Lo stesso ricorso a materiali anonimi e poco convenzionali che si trova nella serie di abiti “Souvenir” di Emilia (Za), realizzati a partire da strofinacci turistici con la mappa del Belpaese, così come certi archetipi ricorrono nelle migliaia di righe tracciate da Olimpia (Za), sempre alla ricerca della sintesi perfetta tra l’idea e la sua rappresentazione.

Olimpia Zagnoli, Breakfast In Bed, 2023, stampa giclee, cm 35x50
Olimpia Zagnoli, Breakfast In Bed, 2023, stampa giclee, cm 35×50

Oltre a ciò persiste, nelle diverse generazioni degli ZaLiZaZa, ciò che Matisse disse un giorno a Picasso, e che Emi (Li) ha ricordato: «In fondo, Picasso, non dobbiamo fare i furbi. Voi siete come me: quel che tutti noi cerchiamo di ritrovare in arte, è l’atmosfera della nostra prima comunione».