Progettare futuri possibili: un concorso, un’idea, un metodo

L’eredità di pensiero di Franco Albini e Franca Helg e il costruire in legno sono i punti di partenza di un progetto speciale di formazione per architetti e designer, incentrato sui concetti di co-creazione e di sostenibilità

Progettare futuri possibili – “La veduta kit”, design Veronica Pesenti Rossi
Progettare futuri possibili – “La veduta kit”, design Veronica Pesenti Rossi

Progettare futuri possibili è un percorso biennale ideato da Fondazione Franco Albini e Franco Albini Academy, promosso e sviluppato con Rubner Haus in collaborazione con Studio Albini Associati, Scuola del Design del Politecnico di Milano e Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni (AUIC) Politecnico di Milano. L’obiettivo: formare una nuova cultura del progetto nella contemporaneità, sperimentare nuove soluzioni costruttive in legno e offrire una piattaforma di visibilità a giovani talenti.

Franco Albini nel 1955 alla consegna del suo primo Compasso d’Oro (per la sedia “Luisa”, oggi prodotta da Cassina) © Fondazione Franco Albini

Il primo passo dell’iniziativa – che gode del patrocinio di ADI Associazione per il Design Industriale, Ordine degli Architetti di Sassari e Salone del Mobile.Milano, oltre al supporto di Triennale Milano – è stato il lancio di un concorso per la progettazione di una struttura in legno leggera, innovativa e sostenibile. Aperto agli architetti under 35 e agli studenti dell’ultimo anno di Scuola del Design del Politecnico di Milano e Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni (AUIC) Politecnico di Milano, ha selezionato tre finalisti che sono stati annunciati oggi: Carlo Farina, Veronica Pesenti Rossi e Guillermo Sanchez Cardenas.

Casa Albini in Sardegna. Si riconoscono il pouf “Ottoman” e il divano ”Belladonna“, entrambi del 1951 (Sika Design), e la lampada ”AM2C“ del 1968 (Nemo) © Fondazione Franco Albini

A settembre i finalisti seguiranno workshop di una settimana a Casa Albini in Sardegna, sede per i workshop residenziali di Franco Albini Academy. Qui verranno condotti a esplorare un nuovo approccio alla progettazione attraverso tecniche interdisciplinari e il Metodo Albini, che li porterà̀ a scomporre i singoli progetti in parti, cercare l’essenza di ognuno e ricomporli in un unico progetto collettivo nato in co-creazione.

Un prototipo della struttura in legno nata da questo lavoro collettivo verrà realizzato da Rubner Haus e sarà protagonista di una mostra-evento durante la Milano Design Week 2024, per poi trovare collocazione stabile presso Casa Albini.

Modello in scala del progetto “Wunderkammer: dove il legno ha la sua anima” di Guillermo Sanchez Cardenas

«Franco Albini era architetto, designer e urbanista e nel suo archivio sono conservati più di 22.000 disegni che spaziano e integrano ognuno di questi campi», spiega Paola Albini, presidente di Fondazione Franco Albini e founder della Franco Albini Academy (oltre che nipote del celebre architetto). «Nella sua opera si legge sempre una coerenza di procedimento. Cosa lega progetti così diversi tra loro? Da una consapevolezza interna e dai cinque principi di un metodo di lavoro molto preciso: scomporre, cercare l’essenza, ricomporre:, verificare, agire con responsabilità sociale. È il Metodo Albini, che con la Fondazione, con l’Academy e oggi con Casa Albini cerchiamo di divulgare come strumento per la buona progettazione e per la buona vita».

Render del progetto “On Stage” di Carlo Farina

A proposito del costruire in legno la parola passa a Michael Rubner, quarta generazione in azienda e responsabile vendite per l’Italia di Rubner Haus, partner del progetto: «Il legno è essenziale in un’epoca di consumo eccessivo e cambiamenti climatici, grazie al suo basso impatto sull’ambiente e al fatto che può essere facilmente riciclato. E poi è forte, tattile, esteticamente attraente. Questo progetto vuole chiamare le nuove generazione di architetti a riflettere sulla necessità di porre fine alla cultura dell’usa e getta esplorando le performance strutturali, estetiche e sostenibili di questo materiale. Costruire in legno significa partecipare attivamente alla transizione ecologica e farsi portavoce di un metodo di costruzione che può ridurre della metà le emissioni di CO2 degli edifici: secondo uno studio condotto dal Built Environment Department, School of Engineering della Aalto University (Espoo, Finlandia), l’energia incorporata degli edifici in legno è inferiore del 28-47% rispetto a quella degli edifici in cemento e acciaio».