«A volte serve coraggio per prendere una decisione che potrebbe sconvolgere qualcuno, ma che si rivela essere quella giusta». La dichiarazione tranchant di Andrée Putman, talentuosa interior designer scomparsa dieci anni fa, definisce senza preamboli l’indole che l’ha guidata lungo tutta la sua carriera.


Una mostra alla Fondation CAB Saint-Paul-de-Vence, fino al 29 ottobre 2023, la racconta attraverso opere e archivi inediti. Figlia di una famiglia borghese, con un padre intellettuale che sceglie una vita austera in risposta all’ambiente sociale agiato da cui proviene, e una stravagante madre pianista, Andrée Putman (classe 1925) non poteva che mostrare un gusto precoce verso il rifiuto delle convenzioni.
L’esperienza da giornalista seguita da quella come stilista, poi il fruttuoso lavoro all’agenzia Mafia, la creazione dell’innovativa Créateurs et Industriels insieme all’amico Didier Grumbach, specializzata nello sviluppo del prêt-à-porter.

Infine la fondazione della società Ecart International che restituisce la giusta luce a maestri degli anni Trenta come Eileen Gray, René Herbst, Jean-Michel Frank, Pierre Chareau, Robert Mallet-Stevens. Sono tutti tasselli di vita del puzzle che forma lo sfaccettato e anticonformista universo della ‘grande dame’ del design francese.


La mostra, che nasce da una partnership triennale tra la Fondation CAB e Villa Noailles di Hyères, centro dedicato alla creazione contemporanea, rende omaggio alla caratteristica grafica monocromatica di Putman, a quella sua perspicace connessione tra arte, moda e design presente nei progetti di interni di cui ha cura con grande gusto e raffinatezza.
Un impressionante intuito la porta a cogliere – in anticipo su tutti – le trasformazioni sociali nascoste dietro l’arredo e l’architettura nati dal Movimento Moderno, e anche a inventare il concetto di “boutique hotel”, così in voga oggi.

Andrée Putman progetta in tutto il mondo hotel, residenze private, uffici, negozi e immagina oggetti e mobili, sempre attraverso un lavoro che mira a democratizzare il design, creando pezzi moderni ad un prezzo accessibile. «Mi piace il bello e l’utile, e ancora di più il bello nell’utile», diceva. È questo il pensiero che la porta, nel 1997, a fondare lo Studio Putman, specializzato in architettura d’interni, design e scenografia. Nel 2007 lo affida a sua figlia Olivia, consegnandole un’eredità ingombrante ma anche meravigliosamente affascinante.