Lo studio
Tante le sorprese contenute nel 2023 Trends Report, l’indagine sulle tendenze di consumo del prossimo anno svolta da Catawiki, la piattaforma leader in Europa per le aste di oggetti speciali, in collaborazione con Ipsos, tra i più importanti istituti di ricerche di mercato internazionali.


Innanzitutto, i consumatori dominanti saranno i Millennials, visto che i membri della Generazione Y, nati tra il 1981 e il 1996, saranno quelli con maggior disponibilità di reddito. Quindi le tendenze di consumo si rifaranno alle loro personalità e agli anni che li hanno “formati”, i 2000. Con grandi recuperi dalla moda alle auto, ai memorabilia dell’era digitale fino ai passatempi analogici per contrastare le ore trascorse di fronte a uno schermo in pandemia.

Verso un nuovo massimalismo
Nel design e nell’arredamento cadono le convenzioni a favore di uno stile individuale che osa abbinamenti non comuni mentre trionferà il massimalismo: colori eclettici e brillanti, fantasie e tonalità audaci e stili contrastanti.
Eva van den Oever, esperta di arte contemporanea, fa luce sul motivo per cui il massimalismo sarà di moda nel 2023: «Attualmente ci troviamo in uno stato d’animo minimalista, che lascia spazio all’integrazione di oggetti massimalisti».


È lo stesso trend di TikTok #cluttercore che sta diventando virale con oltre 73 milioni di visualizzazioni dove i reel mostrano ambienti completamente riempiti di oggetti vivaci e sfacciati, densamente stipati e tuttavia, in qualche modo, organizzati efficacemente.
Voglia di relax
Il report rileva come la pandemia ci ha spinto a riflettere sull’ambiente casa: una ricerca (Silvia & Barona, 2009; Watson et al., 2012; Bar & Neta, 2006; Aronoff, 2006) ha dimostrato che il cervello umano è predisposto ad associare gli angoli vivi alla rabbia e all’ansia, mentre felicità e relax sono connessi alle forme tondeggianti. Quindi la scelta ricadrà su mobili dalle linee arrotondate che possono contribuire a creare uno spazio più ospitale e invitante.
Annick van Itallie, esperta di antiquariato, spiega che «le linee architettoniche più aspre possono essere ammorbidite da arazzi rivisitati in chiave moderna, per un tocco personale e accogliente». Tra i pezzi più ricercati per il 2023 ci sono il Bend Sofa di Patricia Urquiola (B&B Italia) e le lampade in carta di riso di Isamu Noguchi (Vitra).

Il commento di Gabriele Buratti
«Analisi interessante», commenta l’ architetto e docente di Interior Design presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano (2003-2010), fondatore con il fratello Oscar dello studio Buratti Architetti. «Per quanto riguarda il design e l’architettura, farò una premessa: il nostro lavoro di progettisti va ben oltre le tendenze di un anno: quando progettiamo, in architettura o nell’interior design, pensiamo a un lasso di tempo molto più lungo. Un mobile, un edificio devono durare anni».
«Il discorso è molto delicato», prosegue Buratti. «In tempo di pandemia, tutti noi ci siamo interrogati con l’idea di dover cambiare qualcosa, nel nostro stile di vita e nel nostro lavoro. In realtà ci siamo poi accorti che nulla è cambiato. Il mio lavoro di progettazione non segue le emergenze e i tempi brevi. Non abbiamo fatto che ampliare certi aspetti, come la comunicazione digitale, che già era in uso».
«Il punto, secondo me, è un altro», continua. «In pandemia, durante le call, mi sono accorto di quante case “brutte” – passatemi l’espressione – abbiamo, anche abitate da persone intellettualmente interessanti: case senza un progetto, senza un’idea. Secondo me non si tratta di cavalcare una tendenza, ma di alzare il livello, anche aspirazionale e culturale, dei nostri progetti».

Un’osservazione che porta Buratti a riflettere sulla qualità dei luoghi che abitiamo: «Dobbiamo capire che gli spazi in cui viviamo, siano abitazioni, uffici, scuole, sono importanti perché ci trascorriamo moltissimo tempo. E devono essere pensati con consapevolezza, devono essere ben fatti e di qualità. Dello studio Catawiki/Ipsos mi interessa il discorso della fluidità e della non codificazione: solo scardinando e oltrepassando le certezze possiamo aspirare a un mondo più bello e vivibile».