La produzione del vetro piano ha qualche analogia con il mondo della ceramica: i forni non si fermano mai, neanche se c’è il Covid, la produzione continua giorno e notte. A regime, AGC produce 600 tonnellate di vetro al giorno che vanno a soddisfare il mondo dell’automotive, dell’edilizia e dell’arredo, con quote naturalmente differenti tra di loro.
Il team di ricerca e sviluppo, con la fondamentale sinergia dell’International Building Project diretto da Roberto Galante, ha negli anni contribuito a un costante cambio di pelle dell’azienda: da produttore e fornitore a partner reale, sempre più vicino alla domanda, sempre più attento e sensibile ai trend e alle esigenze del cliente.
Cliente che si chiama general contractor, impresa di costruzioni, architetto, designer e produttore del settore arredo: soggetti – i primi due – che parlano una lingua simile, ma architetto, designer e mobiliere appartengono a un altro mondo.
Nascono quindi ostacoli anche culturali, gli interlocutori finali sono molto differenti tra di loro con, è capitato, dei picchi legati alle peculiarità dei soggetti: AGC ha assaggiato più di una volta le “capricciose” richieste che sono arrivate da qualche archistar (dove “star” è talvolta un sostantivo generoso). Nuove terre di conquista che modificano il ruolo delle risorse umane, richiedono specifiche competenze, sensibilità e capacità di gestire e far crescere la filiera, soprattutto le professionalità che frequentano i cantieri.
Il servizio “coating on demand”, sperimentato con successo nel 2017 in occasione del rifacimento delle facciate dell’Hotel Viu di Milano, è uno dei più recenti strumenti di marketing di AGC, uno strumento che mette alla prova quotidianamente le capacità tecniche e produttive dell’azienda.
L’International Building Project è una cellula trasversale che coinvolge tutti i siti di AGC (oltre 100 in Europa e Russia), assimila competenze, osserva la domanda, organizza e coordina le migliori risposte e, quando il progetto ha una certa dimensione, scende in campo direttamente.
AGC ha scelto una linea strategica che assomiglia a un alfabeto, dove ogni lettera da sola ha scarso significato, ma se composta armoniosamente insieme alle altre è in grado di produrre un linguaggio.