Quando hai solide basi, anche le congiunture più negative vengono assorbite con equilibrio e sobrietà: è il caso di Ambiente, l’evento mondiale top per il giving e il dining, corredato quest’anno da una ricca sezione dedicata a HoReCa e Contract.
Gli effetti del Coronavirus si sono fatti sentire soprattutto nell’area visitatori, era inevitabile, ma Ambiente è un’oliata macchina difficile da arrestare, il brand ha conquistato negli anni credibilità e fiducia da parte degli espositori e dei visitatori.
I numeri di questa ultima edizione hanno risentito dell’assenza di visitatori cinesi e, anche se in parte, anche degli espositori provenienti dal gigante asiatico.
La psicosi ha generato anche uno stop da parte di molti visitatori americani.
Ciliegina sulla torta è stato l’arrivo dal nord Europa del ciclone Sabine che ha creato molti disagi nei voli e nei trasporti.
Nonostante tutto questo, 108.000 buyer provenienti da 160 nazioni hanno visitato Ambiente e ben il 62% proveniva dall’estero. Il grado di soddisfazione delle aziende espositrici è rimasto molto alto, attorno al 95%.
L’ampliamento dell’area Dining con la piattaforma dedicata all’HoReCa ha riscosso un grande successo, i buyer che hanno visitato l’area sono stati di alto livello: catene alberghiere, ristoratori, società di catering e società navali hanno trovato un’offerta completa e variegata e hanno potuto assistere alle conferenze (sempre sold out, segno che il settore ha ancora un forte grip sul mercato) organizzate dalla HoReCa-Academy, dove si sono alternati relatori di livello come Adam Tihany e Maham Anjum e molti altri.
Non un lamento, non una giustificazione: la mentalità tedesca e nordica in generale non conosce la negatività, non si fa condizionare dalle contingenze e punta al positivo.
Un esempio? Al brindisi inaugurale con tutta la stampa presente, il marketing & communication manager di Ambiente, Erdmann Killian, ha invitato tutti a brindare con una birra, ma non una qualsiasi, una Corona. Prosit.