L’essenziale in scena a Shanghai

Nell’affascinante cornice dello Shanghai Exhibition Center si è chiusa la quarta edizione del Salone del Mobile.Milano Shanghai

Oltre 20.000 visitatori hanno onorato la crème del Made in Italy presente nei 4 giorni dell’edizione cinese del Salone.
La Cina ha abituato l’industria italiana dell’arredamento ad avere aspettative alte, l’alone di glamour che il design italiano porta con sé combinato con il sempre vivo interesse dei cinesi crea una situazione adrenalinica che si respirava fin dal giorno prima dell’opening, quando tutti gli espositori erano impegnati nella consueta attività di finitura finale dei propri spazi.

Salone del Mobile.Milano Shanghai
Sec, Salone del Mobile.Milano Shanghai

E altrettanta eccitazione si è respirata già all’apertura dei padiglioni, quando i design & luxury lover cinesi hanno accettato composti di fare (anche lunghe) code per entrare negli stand dei 127 espositori italiani presenti.
C’è un dato che, al di là della collocazione geografica, forse conferisce al Salone del Mobile.Milano Shanghai una marcia in più (e una novità al tempo stesso) rispetto alle altre manifestazioni del settore: gli spazi a disposizione sono limitati, conseguentemente nessuna azienda può occupare gigantesche aree espositive, scatenando quella guerra di muscoli a cui siamo abituati a Milano, ad aprile.

Salone del Mobile.Milano Shanghai
Ingresso Sec, Salone del Mobile.Milano Shanghai

Questo fatto riporta un po’ tutti sulla Terra, distribuisce a tutti una sorta di pari opportunità, allinea equamente il comparto sul punto di partenza: il mercato lo si conquista con la qualità del prodotto, con il servizio, con la capacità di leggere e interpretare la Cina che corre veloce.

E la location, indubbiamente bella e attraente anche se con qualche limite nella logistica, fa la sua parte, al punto che Claudio Luti – Presidente del Salone del Mobile – ha confermato che l’edizione 2020 da lì non si muoverà.
L’essenziale tornerà tra un anno, che Cina troverà?