Una mostra non convenzionale, collaborativa, che evolve in funzione del tempo e dello spazio: 999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo rappresenta una grande indagine sul concetto di casa, di abitare, a metà tra mondo fisico e digitale. Un vero e proprio racconto dove ognuno dei soggetti coinvolti narra la propria idea dell’abitare. E i soggetti coinvolti sono molti: una rete di oltre 50 co-curatori provenienti da diversi ambiti, ma anche community, aziende, attivisti, scuole, multinazionali, gruppi informali, centri di ricerca, progettisti, artisti, che interagendo creano contenuti molteplici. “Un palinsesto di esperienze italiane significative a cui si affiancano una serie di ospiti internazionali in grado di coinvolgere il pubblico in maniera interattiva e partecipata grazie a una serie di ambientazioni fisiche, digitali e social”, come spiega il curatore Stefano Mirti.
Tutti i giorni incontri, performance, residenze, workshop, installazioni, laboratori e altro: il visitatore compie un viaggio nell’abitazione di un futuro che è presente, spostandosi da un ambiente all’altro e interagendo in prima persona con tutta una serie di nuovi modi di abitare.
La narrazione, che si apre con un’installazione immersiva realizzata insieme a Edison, main partner della mostra, si snoda attraverso le varie declinazioni sul tema.
Fra gli innumerevoli progetti presenti le sei residenze di artista curate da BASE Milano: sei artisti italiani e internazionali, Apparatus 22, Francesca Chiacchio, Maurizio Cilli, Isabella Martin, Strasse, Simone Rueß, sviluppano il progetto Abitare in residenza. Gli artisti, coinvolti in una riflessione sul rapporto tra la sfera dell’abitare individuale e il contesto urbano, sono ospiti nella residenza di Via Bergognone 34 dove elaborano la propria riflessione per poi dar vita al loro progetto lavorando, per circa due settimane in periodi diversi, a porte aperte all’interno della mostra.
Fra i protagonisti anche Lago, che, partendo dalla convinzione che il design sia un potente strumento di trasformazione sociale, in grado di influenzare positivamente l’uomo e il modo in cui vive gli arredi, ha creato insieme a Impact Hub uno spazio di design in cui dialogare e confrontarsi, secondo un concept per cui non è importante l’oggetto ma la vita che accade attorno ad esso. Lo spazio arredato, Where Ideas Have Sex, vede confrontarsi protagonisti provenienti da settori diversi, che condividono idee e momenti di vita attorno al Community Table, lungo tavolo “social”, e nella Cucina Air a isola.
“E quelli che non hanno più una casa?”. È la domanda su cui si è interrogato lo studio di architettura d’interni e design BBMDS, che partecipa alla mostra con il progetto Fuori Scala, realizzato grazie a Luce di Carrara Marmo in collaborazione con ActionAid Italia.