Per un’azienda familiare, un manager di famiglia, è Federico Luti a guidare strategie e operatività di Kartell in Cina, una nazione grande come un continente che in questi giorni accoglie la seconda edizione de iSaloni Worldwide. Un evento a cui Kartell partecipa fin dalla prima edizione e che rappresenta un’occasione per rinforzare i canali di vendita e l’identità del brand.
La storia del retail di Kartell in questo paese parte dalla strada, passa attraverso i mall e rivive adesso il desiderio di ritornare con le vetrine a contatto con il pubblico. Kartell ha un pubblico che acquista per impulso, lo showroom in strada porta interesse immediato, mentre il privato che frequenta i mall ha un approccio più riflessivo e a volte porta con se l’architetto. Una dimostrazione dell’effetto Kartell in una via è il successo dei Componibili che, nonostante l’età avanzata, vendono ancora e tanto.
Lo sbarco di Kartell in Cina risale a tempi non sospetti, quando quel territorio non era ancora meta ambita come lo è oggi e la strategia dell’azienda si orientò subito verso un’attenta selezione dei partner. I cosiddetti resident ancora oggi vengono ospitati in Kartell dove ricevono una formazione adeguata e poi ritornano in Cina dove sono pronti per affrontare il “loro” mercato con i prodotti dell’azienda: questa è la base della politica commerciale di Kartell in un territorio che offre ancora grandi spazi di manovra.
Kartell porta a iSaloni di Shanghai la propria storia ricca di icone e di novità: dalle sedute Victoria e Papyrus, rispettivamente di Starck e dei fratelli Bouroullec alla lampada Bettry di Ferruccio Laviani fino ad arrivare alla Planet di Tokujin Yoshioka e alle declinazioni del divano Largo di Piero Lissoni.
Un set naturale fatto di storia e attualità, dove passato e presente sono un fluido tutt’uno.