Cominciano a dare frutti gli investimenti che la filiera del legno-arredo ha seminato a partire dal periodo successivo al momento peggiore della crisi, che anche nel Triveneto ha visto diminuire drasticamente fatturati e aziende. Ma proprio dal distretto del Friuli Venezia Giulia arrivano i primi segnali dell’attesa inversione di tendenza.
“Il nostro è un settore complesso e con dinamiche globali: per vedere dei riscontri ci vogliono 4-5 anni di forte impegno imprenditoriale”. Così Carlo Piemonte, direttore del Cluster Arredo e Sistema Casa FVG – commenta i numeri che vedono il fatturato aggregato 2015 di un campione di 130 aziende friulane dell’arredo in crescita del 7,5%. La filiera legno-arredo del Friuli Venezia Giulia si candida quindi a modello vincente, forte anche del 13,3% dell’export nazionale di settore, dietro solo a Lombardia e Veneto. Le mete estere principali dell’arredo friulano, secondo l’Osservatorio promosso dal Cluster, sono Regno Unito (22,1%), Germania (17,3%), Francia (13,2%) e Stati Uniti (6,3%).
Le società analizzate hanno ridistribuito 990 milioni di euro di reddito tra lavoratori e indotto. Tutto questo “camminando sulle proprie gambe”, sottolinea Piemonte, ricordando che gli oneri finanziari sono pari solo allo 0,9% sui ricavi totali, con lo 0,2% di contributi pubblici.
Dietro il successo di questo modello ci sono parole chiave come collaborazione e sinergia, spiega il presidente del Cluster Franco di Fonzo. Ne sono convinti anche gli imprenditori protagonisti del momento positivo: “Oggi non si deve correre da soli. Aggregarsi è un dovere”, dice Edi Snaidero. “Il motto friulano ‘fasin di besoi’ (facciamo da soli) non funziona più”, concorda Pierluigi Zamò, alla guida dell’Ilcam. “Cluster Arredo permette alle imprese di fare squadra”, dichiara Maurizio Piovesana del Mobilificio San Giacomo Spa. Ma le aspettative sono ancora alte, rivela Paolo Fantoni: “I dati odierni, seppur positivi, ancora non fanno giustizia pensando agli sforzi compiuti”.