Tra i più affermati designer della nuova generazione, Matteo Ragni racconta il suo ultimo progetto dedicato all'ufficio. Disegnato per Fantoni, Hub è un sistema pensato per rispondere alle nuove esigenze dell'ambiente di lavoro.
Nel corso del SaloneUfficio 2015, Hub di Fantoni ha destato una grande curiosità. Com’è nato questo progetto?
L'ispirazione di Hub deriva dall’idea dell’abitacolo per la camera dei ragazzi che Bruno Munari aveva studiato negli anni ‘70 al fine di scandire le attività nella giornata di un adolescente: riposo, gioco, studio, relazioni. Questa intuizione ha incontrato un'esigenza personale che avevo già da molto tempo, quella di disegnare un tavolo con baldacchino, e che mi ha guidato nella progettazione di questo sistema di tavoli operativi per l’ufficio.
Qual è l'elemento di maggiore innovazione del progetto?
Nello sviluppo del progetto ho ragionato soprattutto sulle modalità di organizzazione del lavoro ai giorni nostri, che non prevedono postazioni chiuse, isolate. Oggi c'é bisogno di un ambiente aperto, in grado di facilitare la condivisione e lo scambio di idee tra i membri di un team, ma anche di assicurare lo spazio per la riflessione e il lavoro individuale. Sulla base di questo presupposto abbiamo progettato un tavolo quadrato con quattro postazioni, che all'occorrenza si trasforma in un tavolo da riunione, con paretine mobili e con molti accessori.
Il design di Hub è caratterizzato dal baldacchino. Questo elemento ha solo una valenza estetica o risponde a esigenze funzionali?
Oltre a integrare l'impianto d’illuminazione e un piano di lavoro, il baldacchino crea un effetto “cocoon” che favorisce la concentrazione, anche in ampi open space. In sostanza ci si sente protetti nella propria sfera lavorativa anche in un contesto progettato per favorire l’interscambio con i colleghi. Abbiamo infatti previsto dei diaframmi mobili che, nei momenti di lavoro individuale, possono essere posizionati per creare uno spazio isolato. Quando invece inizia una fase di lavoro che necessita di maggiore comunicazione e condivisione, le paretine possono essere spostate.
Inoltre l'illuminazione integrata garantisce un significativo risparmio energetico, in quanto è concentrata solo nelle aree di lavoro effettivamente operative. Questo consente di ridurre l'uso dei dispendiosi sistemi d’illuminazione a soffitto, che irradiano la luce in tutto l'ambiente, anche dove non serve. L'effetto, poetico e funzionale, è quello di tante piccole lanterne nello spazio.
Il sistema ha un design molto essenziale, che valorizza una selezione di finiture particolarmente originale…
Per i piani abbiamo scelto materiali naturali e motivi decorativi come il tweed, senza tralasciare proposte più radicali come l’ISB in scaglia di legno, un truciolare industriale riciclato che solitamente viene usato per fabbricare le casse da imballaggio. Noi abbiamo voluto nobilitarlo, adottandolo per il piano di lavoro che acquisisce una spiccata matericità. Solitamente i piani utilizzati per le scrivanie sono bianchi, un po’ anonimi e standardizzati. Questo invece è un piano con prestazioni tecniche a norma di legge, che tuttavia ha il valore aggiunto di essere una texture unica e irripetibile.
Hub è stato scelto da Michele De Lucchi per l’ambientazione di una delle quattro aree della Passeggiata, l’installazione presentata a Workplace 3.0 durante l’ultimo Salone del Mobile.
De Lucchi non voleva esporre un oggetto in produzione. Per questo motivo mi ha chiesto di pensare a un progetto in serie limitata. Abbiamo quindi realizzato diverse libere interpretazioni, come ad esempio ‘Tra le nuvole’, un Hub alto quattro metri, oppure ‘Il confessionale’ con due postazioni frontali e due panche. ‘Il campanile’ invece, con una sorta di torre al centro del tavolo, richiama concettualmente l’idea della piazza. In occasione della mostra abbiamo realizzato solo dei prototipi, che hanno rappresentato l’opportunità di verificare ulteriori possibilità di sviluppo del sistema. ‘Il confessionale’, per esempio, è in fase di sviluppo e presto entrerà in produzione.