La storia di Venini, iniziata nel 1921, è fatta di passione e di creatività. A partire da quel personaggio straordinario che è stato Paolo Venini, il suo fondatore, avvocato milanese con una lontana tradizione familiare nella lavorazione del vetro.

Fu sua l’idea di creare a Murano, insieme all’amico antiquario Giacomo Cappellin, un’azienda con l’obiettivo di trasformare il classico mestiere del vetraio in arte innovativa, capace di diventare velocemente protagonista delle Triennali di Milano, delle Biennali di Venezia e di esposizioni in tutti i paesi d’Europa e degli Stati Uniti.


Oggi, più di un secolo dopo, un volume appena uscito (Venini – La magia del vetro, Rizzoli, 256 pagg, € 90) racconta questo viaggio affascinante che attraversa creatività, eccellenza artigianale e visione artistica. Attraverso le tante collaborazioni illustri, per esempio: Carlo Scarpa, Gio Ponti, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Tadao Ando, Ron Arad e Peter Marino, che firma la prefazione.
Il volume non segue un ordine cronologico ma è organizzato per temi e associazioni progettuali, da “Il Colore” a “Pieni e Vuoti” o “Collezionismo”. Dieci sguardi sull’universo Venini che attraversano le icone dei grandi maestri, le trasparenze, le lavorazioni a caldo e a freddo, i filoni creativi come l’Erbario e il Bestiario, le declinazioni dei vetri per la tavola, la luce e i pezzi unici da collezione.
Un percorso fatto di immagini – oltre 150, tra fotografie d’archivio, disegni originali e un servizio fotografico inedito di Lucrezia Roda, che mette in scena i pezzi Venini nella fornace – e di testi che Federica Sala, curatrice dell’opera, ha chiesto a personaggi come James Bradburne (direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense), Anna Carnick e Wava Carpenter (direttrici editoriali di Design Miami/); e poi gli storici del design Domitilla Dardi, Ivan Mietton e Rainald Franz, l’artista Michela Cattai, il direttore generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte Alberto Cavalli, la docente di storia dell’arte contemporanea Elisabetta Longari.