Nella suggestiva cornice di uno spazio di archeologia industriale esteso su oltre 220 mq, all’interno dell’ex-fabbrica Necchi di Baranzate, Galerie Philia esplora la sacralità attraverso le opere scultoree di Arianna Lelli Mami e Chiara Di Pinto. In arte, Studiopepe.
In occasione della Milano Design Week, l’imponente mise en scène dal titolo evocativo Temenos – in greco, luogo sacro pertinente a un santuario e alla sua recinzione – si è trasformato in un’esperienza immersiva ispirata alle morfologie circolari di Stonehenge e alla cupola del Pantheon.
«Co-curata con Galerie Philia, l’installazione è stata pensata per narrare la nozione di sacralità nella sua complessità antropologica e storica, nei nostri lavori, nei simboli dati a oggetti e arredi attraverso la storia» spiegano Arianna Lelli Mami e Chiara Di Pinto, fondatrici dello studio creativo.
Una struttura cilindrica posta al centro dello spazio traslava la forma di un tempio e svelava le opere eclettiche di Studiopepe, il suo approccio anticonformista al progetto e l’accurata ricerca di archetipi formali. «Temenos – spiega Ygaël Attali, cofondatore di Galerie Philia – rappresenta l’inizio della nostra collaborazione con Studiopepe. Il loro design organico-scultoreo, interamente fatto a mano, evidenzia la bellezza dell’imperfezione in un lavoro compiuto. Studiopepe ha prodotto un potente insieme di pezzi che spicca per la sua coerenza tematica ed estetica».
Opere che evocano anche i “mentori” del duo artistico tra cui Constantin Brancusi, Isamu Noguchi, Le Corbusier. Ne è scaturita così una collezione in edizione limitata creata in esclusiva per Galerie Philia: sedute monolitiche, una console, una lampada e uno specchio caratterizzati da una completa rivisitazione della loro funzione, eliminata o trasformata nel simbolismo che l’uomo attribuisce.
Ogni opera è denominata con le nove entità archetipiche della cosmogonia egizia, i principi essenziali per la creazione dell’universo: il tavolino Tefnut assemblato con lastre di onice marrone; la lampada Temu immersa nella sua forma organica; Geb e Nut, serie di troni dalle audaci geometrie con schienali realizzati in legno bruciato; Isi, seduta modernista in cemento ispirata al celebre Palazzo dell’Assemblea di Chandigarh di Le Corbusier.
«Nei nostri viaggi ci piace visitare musei etnografici e antropologici come il Museo Preistorico Etnografico Luigi Pigorini di Roma con la sua collezione di arte tradizionale e di materiali in cui sono documentate le culture di tutti i continenti» racconta Studiopepe. «Elementi che oltre ad avere un carattere artistico e religioso testimoniano i vari aspetti della cultura materiale delle popolazioni non europee, da cui abbiamo tratto ispirazione per la nostra collezione».