È l’elemento attorno al quale si concentra l’atmosfera domestica. Racchiude intimità, parla della casa e dei suoi abitanti, ne racconta le abitudini, i gusti, e delimita i confini dello spazio personale.
La tipologia del tappeto si esprime con un linguaggio sciolto e disinvolto, spesso sfrontato. Provoca e diverte. La sua progettualità ha preso il volo verso sperimentazioni estetiche ricche e variegate, con i materiali che restano l’anima della ricerca funzionale.
Nuove geometrie formano disegni inconsueti, contorni irregolari, fino a creare illusioni ottiche che sfalsano la percezione dell’immagine. Sottosopra2, collezione Limited Edition, affascina e impressiona con il gioco di prospettiva capovolto creato da Fabio Novembre per Illulian, lavorato a mano da artigiani esperti in lana himalayana, pura seta e colori vegetali.
Anche Mirage, disegnato da Patricia Urquiola per GAN, simula un intreccio che non c’è, effetto amplificato dalla forma irregolare e dalle tre diverse varianti cromatiche – blu, arancione e nude – espresse in dieci sfumature di colore per ogni modello.
Ciascuno è unico e irripetibile, perché prodotto interamente in modo artigianale in lana neozelandese, riciclabile, biodegradabile, ipoallergenica e di facile lavaggio.
Maarten Baas, invece, sulla superficie ha disegnato un vero e proprio arredo visto dall’alto, anzi come fosse ‘schiacciato’, dando vita a Flatter, collezione NODUS Handtufted, tuftato a mano in India in lana e zari. Mentre JMFerrero, per il tappeto da esterni Marquis di Vondom in fibra di poliestere resistente ai raggi UV, si è ispirato al taglio dei diamanti, con le diverse sfaccettature a creare dinamismo visivo in 3D.
Il movimento diventa un fattore costante delle creazioni più recenti e nasce spesso dalla complicità tra geometria e colore, come nella famiglia di tappeti Garden of Eden di Golran, disegnata da India Mahdavi sotto la direzione artistica di Francesca Avossa, ispirata ai giardini persiani.
Talvolta, il brio è invece suggerito dall’architettura, sfuggendo alla rigidità delle classiche forme rettangolari: lo sa bene Federico Pepe, che in Asmara, prodotto da cc-tapis in cotone e lana Himalayana, rende omaggio alla capitale Eritrea, patrimonio mondiale dell’Unesco, e alla sua architettura modernista. Compare, poi, frequentemente e in modo pressante una personalizzazione sempre più vicina al ‘su misura’, con una varietà di proporzioni sartoriale.
È personalizzabile fino a 4m di larghezza e disponibile in due versioni standard (piccolo da 190×200 cm e grande da 380×400 cm) UltraNative, la collezione firmata Deanna Comellini con il formato registrato in esclusiva per G.T. Design che evoca pattern arcaici. Tre grandezze -170×240, 200×300, 300×400 – e quattro palette di colori per Shade, creato e prodotto da Nanimarquina per arredare e creare comfort in assenza di pareti o punti precisi di riferimento (esterno).
È invece il ‘tessuto’ a caratterizzare Ebanys, un inedito tappeto per interni realizzato da Paola Lenti insieme a Listone Giordano unendo grandi moduli quadrati in materiale termoformato, rivestito da un sottile ma resistente strato di legno intarsiato e finito manualmente in ‘mano opaca’.
Talmente originale da poter essere posizionato anche a parete. Come pure, elegante e fané, Jay, Taj Mahal Collection di Sahrai, in lana e seta. L’outdoor non intende rinunciare alle suggestioni domestiche e lo fa attraverso materiali altamente resistenti.
Per i tappeti Patio, JAB usa una fibra di poliestere colorata realizzata interamente con plastica riciclata delle bottiglie, PET, che, intrecciata a mano, ha una resa visiva e tattile di assoluta morbidezza. Filato e ordito sintetici anche per Triptyque di Roda: tre porzioni identiche scandite dall’alternanza del motivo che evoca gli orli a giorno sartoriali. In polipropilene, la serie Red Carpet di EMU è inalterabile a vento, sole, pioggia.