Ensemble creativo

Gli arredi Porada arricchiscono il ristorante Voyages a Macao che possiede un concept originale fedele alla cucina sperimentale del suo chef

Cibo e design, due parole squisitamente vincenti che lo chef francese pluristellato Alain Ducasse ha rifatto sue nel nuovo ristorante Voyages a Macao, all’interno di una delle ultime architetture firmate da Zaha Hadid, il Morpheus Hotel.

Mood Voyages, ©pmonetta
Mood Voyages, tavolo Trunk e sedia Ella ©pmonetta

Voyages si estende con una generosa metratura al terzo piano di questa complessa e avveniristica struttura a maglia reticolare che con i suoi intrecci avvolge tutto il volume caratterizzando, insieme al pattern generato dalla seconda pelle vetrata, anche gli interni e aprendo insolite viste sulla città.

Mood Voyages, ©pmonetta
Mood Voyages, tavolo Trunk e sedia Ella ©pmonetta

Al nome di Ducasse è associato quello di Patrick Jouin, che si è occupato del progetto di interior attraverso la Jouin Manku proponendo un’accoppiata di arredi elaborati personalmente per Porada. Il tavolo Trunk rievoca la silhouette di un albero, con la base che ricorda le linee del tronco da cui dipartono i rami a sostegno del piano lucido; mentre trae ispirazione dalla tradizione americana e giapponese dell’uso del legno massello la sedia Ella, che spicca per la semplicità delle sue linee, la forma sinuosa dei braccioli e la comodità della seduta.

Mood Voyages, ©pmonetta
Mood Voyages, tavolo Trunk e sedia Ella ©pmonetta

Il designer francese restituisce uno spazio elegante ma fortemente dinamico, vivacizzato dal colore arancione applicato sul rivestimento a doghe dei soffitti, su alcune pareti e, in versione brillante, sulle passerelle di resina che incidono la distesa di moquette grigia.

Mood Voyages, ©pmonetta
Mood Voyages, tavolo Trunk e sedia Ella ©pmonetta

Non mancano le presenze artistiche, quelle che si legano a doppio filo ai virtuosismi culinari di un grande chef che applica il principio creativo in cucina. Dalla grande tela dell’artista parigino Romain Bernini, in cui figura sospeso nelle acque un fluttuante polipo tentacolato, all’installazione della (sempre) francese Léa Maupetit che realizza una parete mobile accostando i disegni di cento tra i più iconici ingredienti asiatici.

Crediti fotografici: Pierre Monetta