Il modo di progettare gli spazi di lavoro ha vissuto, negli ultimi anni, una fase evolutiva molto importante. C’è stato il progresso tecnologico, che ha cambiato la strumentazione necessaria per una postazione di lavoro standard, essenzialmente diminuendo le dimensioni dei computer; ma un ruolo importante lo ha avuto anche l’esperienza della pandemia, che ha introdotto in modo massiccio il tema dello smart working.
Contemporaneamente, l’idea di “spazio corporate” si è allontanata da un’idea di standardizzazione cercando di dare agli spazi di lavoro una nuova attrattiva per chi li utilizza quotidianamente, al tempo stesso andando verso una importante personalizzazione. Come nei cinque progetti che seguono, nati da approcci progettuali molto diversi tra loro, tutti ugualmente funzionali e innovativi.

Tokyo (Giappone)
Lo studio di interior design Symbolplus ha rinnovato il proprio ufficio utilizzando materiali naturali come intonaco di terra rossa proveniente da Ishikawa e carta giapponese Tosa Washi, in dialogo con la struttura lignea originale progettata.

Evitando materiali sintetici, il progetto ricerca una “integrazione silenziosa” tra passato e presente, privilegiando riuso, tradizione e funzionalità. Il risultato è uno spazio sobrio e sostenibile, che valorizza la storia dell’edificio e riflette un’idea di architettura duratura.

Bochum (Germania)
Lo studio Zeller & Moye ha progettato la sede della società Pradtke, attiva nei settori della salute e del sociale, un ufficio di 500 m² che integra piante, materiali naturali e una zona fatta di moduli in feltro mobili pensata per usi diversi, dal relax alla conferenza.

L’ambiente propone zone diverse per lavoro individuale, collaborativo e relax, tra cui un giardino interno. Legno, linoleum e feltro creano un’atmosfera calma e sostenibile, favorendo benessere e creatività. Il progetto promuove flessibilità, incontro spontaneo e pensiero “out of the box”.

Ajman (Emirati Arabi Uniti)
Lo studio Roar di Pallavi Dean ha progettato l’Ajman Ruler’s Court combinando elementi tradizionali emiratini e design contemporaneo. Il progetto, ispirato alla geografia locale e alla fluidità delle dune, integra materiali naturali, forme geometriche e tonalità terrose.

Centrale la reinterpretazione moderna del majlis, spazio d’incontro tipico arabo, che favorisce dialogo e collaborazione. Roar firma così un edificio istituzionale elegante, capace di mettere in sintonia profonda il design con l’identità culturale di Ajman.

Stoccolma (Svezia)
Lo studio creativo The Great Exhibition ha realizzato nel suo ufficio di Stoccolma l’installazione The Frontal Lobe, che loro con orgoglio definiscono “la prima montagna russa da ufficio al mondo”. Lunga 60 metri, attraversa aree comuni, cucina e bar, diventando simbolo della filosofia dello studio, che lavora nel settore della comunicazione e del design.

Costruita in acciaio rosso e con un carrello in metallo specchiato che porta una sola persona, questa presenza totalmente inattesa celebra la spontaneità e la creatività umana in opposizione alla prevedibilità dell’era dominata da algoritmi e intelligenza artificiale.

Anversa (Belgio)
Lo studio Universal Design Studio, in collaborazione con Ono Architectuur, ha trasformato una stazione di polizia anni ’60 in M127, sede dello studio legale Schoups. Il progetto integra caffè, giardino e spazi per eventi, combinando funzionalità professionale e generosità civica.

L’edificio unisce rigore e apertura: la struttura originale in cemento è valorizzata dalla presenza di spazi a doppia altezza che, come piazze naturali, favoriscono comunicazione e scambio. Mentre tende e arazzi, inserendo una nota artistica decisa e anticonvenzionale, delimitano aree più riservate.





