ALTATTO bistrot, Milan, Italy - Photo © Federico Floriani
ALTATTO bistrot, Milan, Italy - Photo © Federico Floriani

A dieci anni dalla nascita del suo bistrot vegetale, ALTATTO prosegue il suo percorso evolutivo con l’inaugurazione del ristorante in via Bonaventura Zumbini 39. Fondato da Cinzia De Lauri e Sara Nicolosi, il progetto nasce come evoluzione naturale di un percorso che ha trasformato la cucina vegetale in linguaggio culturale e narrativo. Il nuovo spazio è il risultato di una collaborazione con Nicola Lorini, artista e designer, fondatore di The Present Tense. Insieme alle cuoche-fondatrici e con il contributo dell’architetta Cristina Raimondi, Lorini ha dato forma a un ambiente in cui gastronomia e architettura dialogano in modo organico. Ogni elemento – dai materiali alla luce, dalle superfici alle proporzioni – partecipa a un racconto coerente con l’identità di ALTATTO: una cucina consapevole, artigianale, in ascolto del tempo.

Il ristorante si fonda su una doppia tensione: il rigore formale del primo modernismo e la matericità del mondo rurale. Feltro, pietra, ferro grezzo e legno scolpito costruiscono un lessico che unisce tradizione e contemporaneità. Tra gli elementi distintivi, spicca il lavabo in serpentino verde della Valmalenco, simbolo di purificazione e accoglienza, collocato al centro della sala come gesto di apertura.

La cucina, posta al cuore dello spazio e visibile da ogni tavolo, diventa fulcro narrativo e simbolico. È qui che l’esperienza del cibo si trasforma in linguaggio: ogni gesto in cucina è parte del racconto, ogni piatto un atto di relazione. Il pass, realizzato in gesso e fibre vegetali con l’artista Sara Ravelli, rimanda all’etica dell’autoproduzione e alla stagionalità che da sempre caratterizzano la filosofia di ALTATTO.

Non mancano le collaborazioni con designer e artigiani: Maddalena Selvini firma pannelli in feltro e oggetti in porcellana realizzati a partire da scarti di pietra ollare, mentre Work In Design ha curato sedie e arredi che richiamano il razionalismo milanese del dopoguerra. Ogni elemento contribuisce a creare un’atmosfera misurata, essenziale ma accogliente.

La nuova proposta gastronomica si articola in due percorsi: il menù storico di quattro portate e un’esperienza più ampia, composta da dieci piccoli assaggi che invitano a un dialogo diretto tra cucina e ospite. Accanto a questi, restano i piatti signature e i classici senza stagione, espressione di continuità e ricerca. Il nuovo ALTATTO non è soltanto un ristorante, ma un luogo dove il cibo si fa gesto culturale e l’architettura diventa mezzo per amplificarne il senso. Un progetto che non guarda alla nostalgia, ma al presente come spazio da abitare con consapevolezza, un altrove possibile, costruito con le mani, la mente e la materia.

Photo credits: Laura Spinelli, Federico Floriani