Legno, una nuova visione

Con il progetto-mostra “No.1 Common”, AHEC stimola un nuovo approccio al legno, risorsa preziosa da utilizzare anche sfruttandone le imperfezioni

No.1 Common by AHEC, Anna Maria Øfstedal – Photo © Thom Atkinson

In occasione del festival 3daysofdesign di Copenaghen e nell’ambito dell’evento Material Matters, AHEC (American Hardwood Export Council) ha presentato No.1 Common, mostra-progetto che mette in discussione le convenzioni nel mondo del design e promuove una nuova estetica fondata sulla sostenibilità e sulla piena valorizzazione delle risorse naturali.

Il titolo dell’esposizione prende spunto dal grado No.1 Common, quarto nella scala di qualità NHLA (National Hardwood Lumber Association), dopo FAS, F1F e Selects. Questa qualità è considerata “cabinet grade” e destinata all’industria del mobile anche se presenta più nodi e minor uniformità rispetto alle categorie superiori, e in Europa molto spesso è trascurata. Le foreste di latifoglie americane contengono oggi più del doppio del volume di legname rispetto a 50 anni fa. Per massimizzare il potenziale di questa risorsa naturale è necessario ripensare l’uso del legno, imparando ad apprezzare e utilizzare non solo i tagli più puri, che costituiscono il 10-15% dell’albero, ma quanto più possibile dell’albero stesso.

L’allestimento con ‘Around Table’, design Andu Masebo – Photo © Thom Atkinson

La scelta di Copenaghen come sede della mostra non è casuale: la Danimarca e l’intera area nordica vantano una profonda tradizione legata al legno, da sempre materiale d’elezione nell’arredo e nell’architettura. Portare il progetto No.1 Common in questo contesto significa dialogare con una cultura sensibile alla materia naturale, ma anche stimolare una riflessione sul potenziale estetico e funzionale delle categorie meno perfette del legno, guardando a quelli che vengono considerati difetti come elementi da valorizzare.

AHEC ha collaborato con il produttore britannico Benchmark e tre designer europei – Andu Masebo, Daniel Schofield e Anna Maria Øfstedal Eng – per dare forma a questa visione attraverso opere originali realizzate in varie essenze selezionate nel grado No.1C.

Dettaglio del tavolo e della panca ‘Common Room’, design Daniel Schofield – Photo © Thom Atkinson

Andu Masebo ha interpretato il tavolo come luogo d’incontro sociale, realizzando un’opera modulare in quercia rossa che si trasforma nel tempo e si arricchisce di tracce umane. Daniel Schofield, invece, ha progettato Common Room: un tavolo, sgabelli e paraventi in ciliegio pensati per ambienti di lavoro condivisi, in cui giunti a farfalla arrotondati diventano simbolo di efficienza produttiva e design espressivo. Per finire, Anna Maria Øfstedal Eng ha esplorato le possibilità scultoree della betulla gialla, esaltandone le variazioni naturali con una tecnica di laminazione che crea texture grafiche ed organiche.

‘Around Table’, design Andu Masebo – Photo © Thom Atkinson

«Il progetto ha iniziato a prendere forma a dicembre, era troppo a ridosso per essere presentato a Milano ad aprile. 3dod è diventato un palcoscenico importante per il mondo del design, abbiamo fatto un piccolo progetto due anni fa e ci è sembrato una buona occasione per mostrare – soprattutto al pubblico delle aziende – il risultato di questa indagine creativa», spiega David Venables, responsabile dei programmi di promozione e marketing di AHEC per l’Europa.

Da sinistra: Daniel Schofield, Kia Utzon-Frank, Anna Maria Øfstedal Eng e Andu Masebo – Photo © Dan Medhurst

L’allestimento è stato ideato da Kia Utzon-Frank/KUF Studios e interamente realizzato con gli scarti di produzione delle opere in mostra. Un gesto concreto che rafforza il messaggio centrale: usare ciò che la natura offre, senza sprechi. Una filosofia che invita designer, produttori e consumatori a riconsiderare i criteri con cui definiamo la qualità, per un futuro più consapevole e rispettoso delle risorse. Con No.1 Common, AHEC propone un cambiamento culturale: smettere di inseguire l’omogeneità e riconoscere il valore dell’imperfezione come segno di autenticità e sostenibilità.