A Vallauris, tra memoria e creatività

Nel nuovo showroom di Olivia Cognet a Vallauris, città dalla millenaria tradizione ceramica nel cuore della Costa Azzura, bassorilievi, sculture, lampadari, totem e un tavolo gigante dialogano con lo spazio preesistente

Olivia Cognet Showroom - Photo © Eleonora Paciullo
Olivia Cognet Showroom - Photo © Eleonora Paciullo

La ceramista Olivia Cognet sceglie il Sud della Francia, suo territorio di origine, per aprire il nuovo showroom. «Qui mi sento più ispirata che mai e spero di poter realizzare i pezzi monumentali che sogno», ha affermato in occasione del suo recente trasferimento a Vallauris, luogo d’elezione di artisti come Picasso, Derval e Roger Capron fin dagli anni ‘50 del secolo scorso.

Dopo sei anni a Los Angeles dove ha perfezionato la sua tecnica, Cognet si stabilisce proprio nello studio che fu del celebre ceramista Roger Capron per sviluppare un nuovo vocabolario espressivo, che trova i suoi riferimenti sia nella tradizione della Costa Azzurra sia in quella californiana.

All’ingresso dello studio un bassorilievo in ceramica scolpito dallo stesso Capron accoglie il pubblico, all’interno lo spazio è dominato dal cemento bianco, mentre le scale in cemento che conducono al patio sono un omaggio alle volute di Jacques Couëlle, artista e architetto di riferimento per Olivia Cognet. Ne risulta uno spazio luminoso dove le preesistenze – gli antichi forni collettivi che fin dai primi del Novecento venivano usati per cuocere grandi quantità di ceramiche – si confrontano con le opere contemporanee di Olivia, in un vivace dialogo tra memoria e creazione.

In questo luogo unico, nel quale convivono patrimonio artigianale e visione scultorea contemporanea, concepito per accogliere galleristi, architetti e professionisti da tutto il mondo sono attualmente raccolti nella mostra Vestiges and Visions circa 50 pezzi tra monumentali bassorilievi ceramici, lampadari scultorei, totem imponenti, un tavolo lungo sei metri e nuove opere che fondono arte e design.

Come un viaggio nel tempo, l’esposizione prevede anche una seconda parte a Marétera, Monaco: un’architettura galleggiante focalizzata sul futuro, sospesa sul Mar Mediterraneo, palcoscenico per opere sperimentali e sculture in vari materiali.

Photo credits: Eleonora Paciullo