Senza perdere il filo

Nullus Locus rappresenta l’anello di congiunzione tra la moda e il design, l’incontro tra un architetto (Massimiliano Locatelli) e colui che è stato lo storico braccio destro di Miuccia Prada (Fabio Zambernardi), amici da tempo, crea un progetto senza precedenti, tra magia e manualità

Nullus Locus, design Fabio Zambernardi & Massimiliano Locatelli
Nullus Locus, design Fabio Zambernardi & Massimiliano Locatelli

L’unione di due mezze mele – Locatelli il sorridente decisionista e Zambernardi il dolce provocatore – che apparentemente nulla hanno in comune ha creato l’inaspettato, in uno slalom tra serendipity e diversità e l’incrocio con Graziano Giordani – il Ricamatore per antonomasia – il risultato è sorprendente: una camera con arredi dove tutto è rivestito in legno ricamato. Una lavorazione senza precedenti. Nullus Locus, questo il nome del progetto, è metafora tra architettura, interior e ospitalità, un’equazione che gioca la partita con spazio, velocità e tempo imponendo nuove regole del gioco: un gioco per adulti che si lasciano accompagnare dentro una wunderkammer mai vista prima, che può cambiare forma senza perdere la sua identità. La conversazione con Massimiliano e Fabio è la prova che le diversità armonizzate producono un effetto straordinario e dove l’abusatissimo termine “sartorialità” risplende di luce propria.

Fabio Zambernardi & Massimiliano Locatelli
Fabio Zambernardi & Massimiliano Locatelli

Fabio, chiudi gli occhi e senza pensarci dimmi: cosa c’entra il design con la moda e il teatro?
La risposta immediata non ce l’ho anche perché nella mia vita tante cose sono accadute per caso, senza strategia, anche quando non mi occupavo di moda. Il teatro, per esempio, è arrivato per caso, con Filippo Timi abbiamo fatto cinque spettacoli, lui mi ha ispirato e mi sono messo in moto con energia e naturalezza. Certo nel teatro la moda è un tema che entra facilmente anche se io scelsi volutamente la strada dei “tessuti sbagliati”, non in linea con la narrazione della sceneggiatura. Di fatto tutto è iniziato perché sono inciampato in un incontro interessante.

Dopo 38 anni di Prada e con la consapevolezza di non voler più rientrare nel mondo della moda spero ancora che le cose mi arrivino con naturalezza, non le cerco ma in qualche modo le aspetto. E anche la collaborazione con Massimiliano Locatelli è figlia di una casualità, siamo prima di tutto amici da tanti anni e non mi aspettavo che potesse succedere quello che poi è successo. È Massimiliano che un giorno mi ha chiamato e mi ha detto “guarda questa cosa qui, non è interessante?”, si è acceso un lumicino, mi è sembrato che stesse succedendo proprio quello che – inconsapevolmente – desideravo. Ed eccoci qui.

Massimiliano, chiudi gli occhi e senza pensarci dimmi: cosa centri tu con Fabio Zambernardi?
Con Fabio, come ha detto lui, ci lega l’amicizia vera, le persone con le quali ti trovi alla fine le conosci, sai con chi hai a che fare. La cosa interessante in questo progetto è che ci sono stati diversi momenti in cui bisognava fare delle scelte, io mandavo a Fabio le mie osservazioni e relative domande e, nonostante io non sia uno proprio democratico, sapevo che le risposte di Fabio mi avrebbero instillato dei dubbi e quando arrivavano io ci riflettevo.

Ecco, la risposta alla domanda è “mi fido del pensiero di Fabio e accolgo le sue note perché arrivano da una persona che ha un punto di osservazione diverso”. Non sono uno che cambia idea facilmente, nella mia quotidianità sono abituato a decidere se 1, 2 o 3 velocemente e frequentemente, Fabio è entrato nel mio sistema e ha spezzato questo loop. Abbiamo un’amica comune che ci diceva spesso “voi due dovreste sposarvi”.

Leggendo la presentazione la sensazione è che ci sia un nuovo livello della sartorialità, è così?
Sicuramente questo è un altro livello di sartorialità, la manualità del progetto è importante se non fondamentale. Il ricamo lo puoi applicare ovunque, diciamo che Nullus Locus si avvicina alla moda che è la regina della – appunto – sartorialità. Il fatto che ogni attore del progetto (cliente, architetto, artigiano) possa intervenire e contribuire crea una condivisione che rappresenta un bel valore aggiunto.

Avete già in mente un’evoluzione del progetto?
Si, questa stanza va in una bellissima galleria d’arte e design a New York a settembre: un artista, dopo aver visto le immagini, si è appassionato al progetto e ne ha fatto richiesta.