Nel mondo dell’arredo contemporaneo, i confini tra discipline si fanno sempre più porosi. I grandi nomi del design, abituati a pensare sedute, lampade e interni, oggi si concedono il lusso — e la libertà — di uscire dalla loro comfort zone per esplorare territori nuovi, spesso sorprendenti. Il risultato? Oggetti e progetti che ci ricordano come il design non sia mai solo funzione, ma anche espressione, narrazione, identità.
Progetti che dimostrano come il design non è un recinto ma una chiave per aprire porte. Una mentalità, prima ancora che una disciplina. Perché tutto, davvero tutto, può essere disegnato. Anche ciò che non ci aspettiamo.

Il progetto concepito da Formafantasma per Cassina per celebrare il sessantesimo anniversario della messa in produzione della Le Corbusier®, Pierre Jeanneret®, Charlotte Perriand® Collection è a metà tra installazione artistica e atto teatrale. I designer hanno ideato una performance che racconta la storia e lo spirito di quegli arredi iconici, fondendo linguaggio performativo e riflessione critica sul tempo e il progetto (con testi di Emanuele Coccia, André Jacques e Feifei Zhou).

Il duo Formafantasma ha firmato anche il flacone di Olfactory Series 1, prima collezione di profumi di Jil Sander. Sei fragranze unisex che fondono botanica e tecnologia, in un contenitore dalla forma organica dove il tappo in alluminio bianco diventa una cloche, che avvolge il profumo e lo protegge dalla luce.


Piero Lissoni ha ideato la bottiglia in edizione limitata che Ginarte, Premium Dry gin italiano dedicato al mondo dell’arte, ha presentato durante la Milano Design Week. Una forma essenziale in vetro acidato, con solo un oblò centrale lasciato trasparente. Rigore formale, essenzialità, sensualità tattile: il lessico progettuale di Lissoni si ritrova in un oggetto inaspettato e da collezione.

Il design per bambini è spesso confinato a una dimensione giocosa ma tutto sommato superficiale o meramente tecnica. Naoto Fukasawa lo sovverte con Playful Sculptures, una collezione di arredi (per l’azienda giapponese Jakuets) che sono al tempo stesso giocattoli, micro-architetture, esercizi di equilibrio tra funzionalità e poesia. Ogni pezzo è un invito alla scoperta che parla a piccoli e grandi.


C’è poi chi si è spinto ancora più lontano, toccando l’intimità di un tema complesso: è la collezione The Last Pot, secondo capitolo del progetto Il Tornitore Matto by Alessi, nato da un’idea di Alberto Alessi e Giulio Iacchetti. Dieci firme internazionali – tra loro Michael Anastassiades e Philippe Starck – hanno accettato la sfida di progettare urne funerarie. Un oggetto denso di significati, trasformato in contenitore della memoria attraverso forme sospese tra sacralità e design.


Omer Arbel ha disegnato per 22 System una serie di prese elettriche; India Mahdavi le ha chieste in giallo fluo, colore fuori catalogo, per realizzare l’ironica poltrona Smiley, pensata anche come punto di alimentazione per device elettrici o elettronici. E sempre nel segno del pop Karim Rashid ha disegnato per la mostra-shop NYCxDesign x Souvenir (uno degli eventi della prossima settimana del design nella Grande Mela) una T-shirt dove lo slogan “I Love New York” viene reinventato attraverso un gioco grafico e di parole.

Infine, c’è chi fa il percorso inverso, e dal mondo dell’arte o del cinema approda all’arredo. È il caso del regista Pedro Almodóvar: ha firmato con Roche Bobois la collezione di mobili Cromatica, che sembra uscita direttamente da un suo set. Con colori accesi e un’iconografia fatta di feticci e volti di attrici/muse, il suo gusto visivo diventa una scenografia abitabile che incarna perfettamente il suo stile.