Milano è stata, ancora una volta, un vibrante palcoscenico per il design grazie alla Design Week. Come ogni anno, oltre al Salone del Mobile, la città si è accesa con installazioni, eventi e una contaminazione creativa sempre più ampia, con una presenza marcata di marchi extrasettore come moda, beauty, food e automotive. Marchi come Glo, Lavazza, Aesop, KIA o Audi, pur non avendo un legame diretto con il design d’arredo, investono budget importanti per realizzare installazioni scenografiche e coinvolgenti, con l’obiettivo di catturare l’attenzione del grande pubblico. Proprio per questo, IFDM ha voluto catturare l’essenza di questa edizione attraverso cinque installazioni esemplari: Loro Piana, Ranieri, Michael Anastassiades, Saint Laurent e il collettivo 6am. Progetti diversissimi tra loro, dalle dimensioni quasi monumentali a spazi più raccolti, ma tutti accomunati da una profondità di pensiero che va ben oltre la semplice “esperienza immersiva” fine a sé stessa. Alcuni, come 6am, hanno stupito per la scelta di una location inedita come le ex docce pubbliche della Piscina Cozzi, mentre Michael Anastassiades ha scelto un luogo denso di storia, la fondazione dedicata ai fondatori di Danese.


Loro Piana – La Prima Notte di Quiete – Cortile della Seta (Brera)
Con “La Prima Notte di Quiete”, Loro Piana e Dimoremilano hanno esplorato il potere del design di suscitare emozioni, e di trasformare gesti semplici – come un bagno caldo o un drink serale – in momenti di estrema bellezza, producendo un’esperienza profondamente contemplativa. L’installazione, allestita nel Cortile della Seta di Loro Piana a Milano, univa realtà e immaginario cinematografico, ricreando un ambiente domestico di squisita eleganza. Gli arredi di Dimoremilano, rivestiti dei tessuti Loro Piana, contribuivano a esaltare lusso e cura dei dettagli, mentre opere d’arte e oggetti vintage arricchivano la scena, producendo un’esperienza fortemente contemplativa.


Under the Volcano, Ranieri – ex stabilimento SNIA (Alcova)
Tre progetti contemporanei tra arte, materia e design (le rocce realizzate da Quayola, i suoni di Rodrigo D’Erasmo e i monoliti di Francesco Meda e David Lopez Quincoces) nella cornice di in uno spazio industriale dismesso e in rovina, di grande suggestione. Creatività pura e prodotto (in questo caso, rivestimenti in pietra lavica smaltata) messi sullo stesso piano, in un confronto da cui entrambi uscivano arricchiti. Un esempio magnifico di come si può parlare di design in modo visionario senza per questo essere lontani dalla concretezza.


Michael Anastassiades – Fondazione Jacqueline Vodoz e Bruno Danese
Per presentare la sua nuova collezione di luci modulari, il designer anglo-cipriota ha scelto un luogo carico di storia, la sede della fondazione intitolata ai fondatori del marchio Danese, nato nel 1957 e pietra miliare nella storia del design italiano, in un palazzo storico pieno di fascino. Ogni stanza ospitava un allestimento a sé – la più suggestiva era la minuscola sala affrescata che accoglieva Floor Mobile Chandelier, e dove questa lampada-scultura sembrava una costellazione in cielo pieno di stelle.

Saint Laurent – Charlotte Perriand – Padiglione Visconti (Tortona Rocks)
Le contaminazioni moda/design vanno dalle collezioni di arredi o di accessori agli eventi di pura comunicazione. La strada scelta da Saint Laurent per questa partecipazione alla Milano Design Week appartiene forse a quest’ultima categoria, ma a che livello! Anthony Vaccarello, designer della Maison, ha curato la selezione di quattro pezzi inediti (partendo da modelli in scala o da disegni), che saranno poi disponibili in edizione limitata e su ordinazione. Esposti in uno spazio cavernoso e nudo, con una scenografia essenziale in mattoni, questi mobili imponenti e sontuosi erano come dei monumenti. Emozionante.


6am – Two-Fold Silence – ex docce pubbliche della Piscina Cozzi
Le ex docce pubbliche della Piscina Cozzi, capolavoro anni ’30, hanno ospitato “Two-Fold Silence”, la prima personale di 6:AM, durante la Design Week 2025. 6:AM, marchio milanese fondato da Edoardo Pandolfo e Francesco Palù, lavora il vetro, reinterpretando la tradizione veneta in chiave contemporanea. Ogni cabina dell’ex area docce presentava vasi, lampade e sculture, illuminate dal contrasto tra il travertino e i riflessi del vetro. Tra i pezzi esposti, si distinguevano le lampade “▢” (quadrato), novità assoluta ispirata al Bauhaus e a Malevič, che univano rigore estetico e minimalismo.
by Ruben Modigliani & Giulia Guzzini