
Il fenomeno delle edizioni speciali e delle riedizioni esercita un forte impatto sul mercato del design contemporaneo, dove le aziende rilanciano icone storiche in tiratura limitata o in serie, o sviluppano nuovi progetti in collaborazione con creativi provenienti da diversi ambiti: da artisti come Giulio Paolini, che nel 2021, in occasione del centenario di Venini, ha realizzato per la vetreria muranese due edizioni limitate; fino agli influencer come Virgil Abloh (1980-2021, fondatore del brand di luxury streetwear Off-White e poi direttore creativo della collezione uomo Louis Vuitton), che nel 2019 ha reinterpretato con Vitra, in edizione limitata, alcuni pezzi storici di Jean Prouvé.


Il valore aggiunto di un’edizione, limitata o aperta, risiede nel legame tra tradizione e innovazione, nel design storico reinterpretato in chiave moderna ma immutato nella sua essenza: la lampada Arco di Flos è stata proposta nel 2022, a sessant’anni dalla sua creazione, in un’edizione limitata con base in cristallo anziché in marmo.

Riscoprire, magari dandogli nuovi dettagli, pezzi d’archivio è un trend iniziato ormai da anni e ancora in ottima salute: solo quest’anno, per citare solo alcuni casi, Poltrona Frau ha creato un’edizione speciale della poltrona Dezza di Gio Ponti, Oluce ha proposto la lampada Spider di Joe Colombo in versione mini, Martinelli Luce ha presentato la storica Pipistrello di Gae Aulenti in un inedito bianco gesso e Cassina ha lanciato tre nuovi colori (disponibili solo per una finestra di tempo limitata) per alcuni pezzi della Collezione Le Corbusier®, Pierre Jeanneret®, Charlotte Perriand® in occasione del 60° anniversario della sua produzione.


Il fenomeno non è esente da critiche: «se un’opera storica di Gio Ponti resta sempre apprezzata, un pezzo contemporaneo in edizione limitata, oltre a costare di più, potrebbe non mantenere il suo valore nel tempo», commenta Rossella Colombari, fondatrice dell’omonima galleria milanese specializzata nel design d’autore del Novecento, «l’industria dovrebbe concentrarsi maggiormente su ricerca e innovazione.

Se le edizioni diventassero una strategia per alzare i prezzi, si comprometterebbe il rapporto di fiducia tra cliente e azienda. «L’importante è che non sia un’operazione commerciale» afferma Roberta Meloni, che all’inizio degli anni Duemila ha recuperato il marchio storico Poltronova, marchio fiorentino noto per la produzione in serie di pezzi iconici tratti dal proprio archivio (notificato dal Ministero per i Beni Culturali): dal divano Superonda di Archizoom Associati allo specchio Ultrafragola di Ettore Sottsass, fino alla serie Saratoga di Massimo e Lella Vignelli, solo per citarne alcuni: il repertorio più sperimentale e audace del made in Italy.


Oltre a qualche edizione limitata (concordata con l’autore), la produzione Poltronova è perlopiù in serie, e attinge dall’archivio. «Rieditare un pezzo dell’archivio rimettendolo in produzione significa che reputiamo quel progetto forte, “parlante”. Ne discutiamo con gli autori, o con i loro eredi: ci dobbiamo credere fortemente. L’obiettivo non è celebrare l’autore, ma restituire al mercato arredi che entrino nelle case con naturalezza, che siano contemporanei, proprio grazie alle storie importanti che portano con sé».