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Photos: Courtesy of Aman

Due sorelle – o se preferite due icone dell’ospitalità – che vanno decisamente d’accordo. Dopo il primo Aman aperto a Tokyo una decina d’anni fa, il celebre gruppo di hotellerie di lusso ha inaugurato l’attesissimo hotel a marchio Janu, 13 piani di delicate meraviglie nel grattacielo più alto del Giappone – progettato da Pelli Clarke & Partners – nell’area di Azabudai Hills. Unico albergo presente nel complesso, Janu è pensato per un pubblico giovane e raffinato.
In sanscrito “Aman” significa pace, “Janu” connota invece l’essenza dell’anima, e se «Aman è un santuario, Janu riguarda la socialità della vita», afferma Vlad Doronin, Presidente, CEO e Proprietario del Gruppo Aman. Per tradurre il concetto in fatti, è stato chiamato Jean-Michel Gathy di Denniston Architects, designer innamorato dell’estetica funzionale e della perfezione, che qui ha scelto di mescolare l’eleganza con la tranquillità, creando spazi dove mente, corpo e anima possono incontrarsi e prosperare.



È così nella hall con tre ingressi distinti, fusione di architettura e natura, elementi francesi e giapponesi e marmi italiani. Ed è così nelle 122 camere e suite, luminosissime grazie alle vetrate a tutta altezza, pervase da un’atmosfera zen senza tempo, scandita da colori soft e sobri riferimenti al design giapponese. Le pareti sono trattate con la tradizionale tecnica di intonacatura stesa a mano, i divisori dei guardaroba si ispirano allo shoji (le porte in carta di riso), e le lampade accanto al letto una volta accese esaltano la superficie semi-plissettata, evocando l’immagine delle lanterne tradizionali giapponesi.
Sempre nell’intreccio fra Est e Ovest, fra cultura nipponica e natura, gli spazi verdi presenti all’interno dell’hotel non solo purificano l’aria, ma creano un senso di sospensione che sa quasi di preludio alla pausa rigenerante negli ambienti della Spa: su una superficie di 4.000 metri quadri ospita la più grande palestra di Tokyo, la piscina, le sale per i trattamenti, le vasche termali calde e fredde che, di nuovo, mescolano estetica europea ed elementi asiatici. La scelta dei ristoranti, otto in totale, è un mix fra socialità e intimismo.
Se “l’italiano” Janu Mercato da 151 coperti è aperto tutto il giorno, con i tavoli apparecchiati attorno a un gigantesco ficus in pole position davanti alla parete vetrata, Sumi è la moderna interpretazione del sumibiyaki, la tradizionale cottura a griglia sui carboni, e nell’ancora più intimo sushi Iigura (solo dieci posti) ci si può sedere al tavolo o al bancone, in stile omakase, vis-à-vis con lo chef.


Sono un’esperienza anche le Aman Residences, inaugurate un paio di anni fa sempre nel grattacielo dello Studio Pelli. Distribuiti negli undici piani più alti dell’edificio, i 91 appartamenti sono progettati da Yabu Pushelberg, che qui ha creato un ponte fra stile asiatico, influenze europee ed elementi naturali. Terra, fuoco, acqua e aria, dettano la cifra stilistica fin dall’ingresso privato – con ascensore dedicato – dominato da una scultura sospesa su un laghetto.
Ovunque, una morbida palette di tinte naturali e terrose, è il perfetto sfondo per le numerose opere d’arte e la serena geometria del design giapponese. I residenti possono usufruire, in esclusiva, di un pot-pourry di spazi conviviali: dal lounge al bar, dalla sala da pranzo alla tea room, la sala lettura, la sala giochi. Oltre all’immancabile Spa con la piscina incorniciata da colorate colonne scultoree che sa di “tempio della serenità”, in perfetto stile Aman.
