Nel mondo del design contemporaneo, la capacità di esplorare nuovi territori progettuali è diventata un’abilità essenziale. I designer specializzati in categorie specifiche come sedie, lampade o tavoli trovano oggi un grande valore nell’ampliare il loro campo d’azione e nell’impegnarsi nella progettazione di oggetti precedentemente inesplorati. Questa apertura a nuove sfide non è solo un’opportunità di crescita personale, ma risponde anche alle esigenze di un mercato sempre più fluido e interdisciplinare. Guardando da vicino, sembra di trovarsi di fronte a una rivoluzione metodologica. Una seduta interagisce con il corpo, la sua ergonomia e la sua resistenza strutturale. Una lampada dialoga con la luce, con l’ambiente, persino con l’energia che la attraversa. Questo salto di scala e di funzione obbliga a rivalutare l’approccio, a esplorare nuovi materiali e forse a studiare nuove tecnologie. Achille Castiglioni, che ha spesso sottolineato l’importanza della curiosità e dell’approccio sperimentale nel design (“Se manca la curiosità, è meglio saltarla”), incarna uno spirito di esplorazione che ha dato vita a oggetti molto diversi tra loro, dalla lampada Arco al Mezzadro. Sperimentare significa sicuramente accettare l’incertezza e il rischio, ma è in questo spazio di adrenalinica libertà che nascono le idee più rivoluzionarie e i prodotti destinati a lasciare un segno nella storia del design. Per questo, quando abbiamo chiesto a 20 designer selezionati, italiani e internazionali, emergenti e navigati, quali oggetti avrebbero voluto progettare (e non hanno ancora fatto), alcuni ci hanno sorpreso, e forse hanno sorpreso se stessi, lasciando che la loro mente si avventurasse in territori davvero inaspettati. Altri ci hanno corretto sulla premessa stessa della domanda: non stiamo cercando un tipo mancante, una casella di controllo su una lista di cose da fare per la creatività. La premessa comune a queste risposte (seguite da quella obbligatoria: cosa presenterete alla Design Week?) era certamente una premessa: in un’epoca in cui i confini disciplinari sono sempre più labili, il design sta diventando sempre più un processo che intreccia tecnologia, sostenibilità e innovazione. Per un designer, abbracciare nuove tipologie di progetti significa non solo crescere professionalmente, ma anche contribuire a una cultura del progetto più ricca e articolata.
Stefania Ruggiero (in copertina)
1. Probabilmente una lampada, un oggetto come fonte di illuminazione. 2. Per questa Design Week, esporrò un’installazione ad Alcova realizzata in collaborazione con la scenografa Weronika Wolińska; poi farò parte di una collettiva: The Theater of Things 7 Nights and 7 Days Living with Collectible Design, dall’8 al 13 aprile, curata da Valentina Ciuffi e Joseph Grima, che include opere di Objects of Common Interest, Linde Freye Tangelder, Espace Aygo, Rich Aybar, Laurids Gallée, Stefania Ruggiero, Niki Danai. Infine, parteciperò a una mostra curata da Cinema Parentesi in cui verrà proiettato un cortometraggio con oggetti di design da collezione.

Mist-O
1. Ci sono ancora molti oggetti che non abbiamo progettato, ma non ci concentriamo su un tipo specifico da creare a tutti i costi. Per noi non è importante il tipo di oggetto, ma il valore che il progetto apporta. Ogni nuovo lavoro deve rappresentare una sfida intellettuale, qualcosa che ci stimoli a esplorare nuove soluzioni, innovare e migliorare il modo in cui le persone interagiscono con gli oggetti. 2. Una poltrona e una serie di tavoli per Living Divani. Questi nuovi pezzi rappresentano l’evoluzione e l’ampliamento della poltrona per esterni Kasumi, che abbiamo presentato lo scorso anno. Quest’anno la famiglia si completa con una poltrona a due posti e una serie di tavoli in cinque varianti, tondi, quadrati e rettangolari, anche nella versione da interno.
NM3
1. Ci piacerebbe progettare un edificio piuttosto che un oggetto. Abbiamo avuto l’opportunità di eseguire alcuni retrofit di edifici esistenti, sempre in relazione a interni e oggetti personalizzati, ma ci piacerebbe davvero avere la possibilità di costruire un nuovo edificio da zero. Il motivo? Perché abbiamo iniziato come architetti e, nonostante le lunghe tempistiche e le dinamiche molto complicate, siamo ancora appassionati di architettura come forma di espressione. 2. Porteremo la nostra prima collezione in legno per il marchio svedese NO GA, una capsule Plaza nello Spazio Maiocchi. Inoltre, presenteremo una collaborazione con Gruppo Florence, produttore di tessuti per i principali gruppi del lusso, con texture e superfici disegnate dal nostro amico Andrea Ferrari. Infine, saremo tra gli ambasciatori di Not in Milan di Highsnobiety, coinvolti sia nella campagna di comunicazione della città sia con alcuni oggetti nella loro acquisizione di Lubna, dietro Fondazione Prada.
Parasite 2.0
1. Non abbiamo mai progettato un letto. Ci piacerebbe molto! Perché? Perché crediamo che sia sottovalutato e perché spesso sogniamo di essere ancora a letto e non in ufficio. Si possono trascorrere intere fasi della giornata a letto, con le giuste pause, alzandosi sporadicamente solo per sgranchirsi gambe e schiena. Inoltre, quando lo trasformiamo in uno scenario per funzioni diverse dal semplice dormire, crediamo che ci sia molto da progettare. 2. Ce ne sono diversi. Per citarne alcune, presenteremo un’installazione site-specific all’interno dello showroom del marchio brasiliano Ornare in via Manzoni 30 e una nuova collezione di XC Objects in collaborazione con Bianco67 in diverse location.
Federico Peri
1. Mi piacerebbe disegnare un orologio da polso e un cappotto, due oggetti che, in modi diversi, incarnano il concetto di atemporalità, un tema a me molto caro. L’orologio è come una microarchitettura per il polso, dove materiali, dettagli e proporzioni si intrecciano per raccontare una visione del tempo. Il cappotto, invece, rappresenta la sintesi perfetta tra struttura e morbidezza e trovo affascinante il modo in cui riesce a influenzare sia la percezione di chi lo indossa sia lo spazio circostante. 2. Allo showroom Baxter presenteremo due evoluzioni di collezioni già esistenti: la versione da tavolo della collezione Blend e la versione da tavolo della lampada Wave. Per Nason Moretti, presenterò diversi progetti in vetro di Murano, due collezioni di bicchieri con caraffe abbinate, due serie di vasi e un piatto da portata. Da tre anni seguo una direzione artistica molto strutturata per Carpanese Home, e quest’anno cureremo lo spazio del Fuorisalone in via Statuto 4. Infine, Saba: sia in fiera che fuori. È il progetto che considero il mio focus principale per questa Milano Design Week perché credo molto nei loro prodotti e nel loro approccio. Per loro ho disegnato una libreria (sia in versione da parete che freestanding), un tavolo da pranzo e una poltrona.
Elena Salmistraro
1. Non c’è un progetto specifico che ho sempre voluto fare e che non ho ancora realizzato, soprattutto perché ciò che mi affascina di più è proprio ciò che non conosco. La scoperta è una parte essenziale di ogni nuovo progetto; è un’opportunità per esplorare territori inaspettati, sfidare me stesso e dare forma a qualcosa che prima non esisteva. Se dovessi scegliere un oggetto, forse direi una sedia. È uno degli elementi più complessi del design, non solo per le considerazioni ergonomiche e strutturali, ma anche per il valore simbolico che può assumere. Progettarne una significherebbe affrontare una sfida totale, che potrebbe essere affascinante e stimolante. 2. Alla prossima Milano Design Week presenterò diversi progetti, ognuno con un’identità ben definita. Tra le novità di cui posso parlare, ci sarà un lavabo realizzato con Flaminia, nato dalla ricerca di forme che possano dare al bagno un carattere distintivo. Presenterò anche una nuova collezione di rivestimenti in marmo con Lithea, dove la pietra diventa un mezzo espressivo per creare superfici ricche di dettagli e suggestioni. Infine, con Bosa, proseguirò una collezione di rivestimenti in ceramica iniziata diversi anni fa, caratterizzata da nuove forme e variazioni di texture e pattern dal forte impatto visivo.
Sara Ricciardi
1. Attualmente ci stiamo concentrando sugli spazi inclusivi e abbiamo notato che nel mondo dei bagni mancano ancora soluzioni accessibili ed esteticamente gradevoli. Gli oggetti progettati per la disabilità spesso si concentrano solo sulla funzione, trascurando i valori estetici e sensoriali del design. Vorrei collaborare con un’azienda di sanitari per ripensare l’esperienza del bagno pubblico, trasformandolo in un momento più confortevole, accogliente e inclusivo per tutti. 2. Per Roche Bobois presentiamo la nostra nuova collezione di accessori per la casa AURAVIBE. Nel quartiere 5Vie, presenteremo due installazioni: The Chrysalis Knows the River’s Song, un’esperienza immersiva creata in collaborazione con Antica Passamaneria Massia dal 1843, Silver Tre Traviganti e il musicoterapeuta Paolo Borghi. Inoltre, nella nuova sede Borbonese di Corso Venezia 2, verrà presentato Golden Harvest, che celebra la magia del raccolto. Infine, un progetto di social design, Arena Stadera, uno spazio pubblico co-progettato sul tema dell’accoglienza.
Lauren Rottet
1. Ho sempre voluto progettare una bicicletta volante o un condizionatore d’aria tascabile perché a Houston faceva molto caldo e la bicicletta non andava mai abbastanza veloce. Più realisticamente, sto lavorando a una linea di fioriere sovradimensionate come oggetti d’arte, in modo che anche se la pianta non sopravvive, si ha comunque una bella scultura. Non ho ancora progettato una cassettiera che mi piacerebbe, con grandi cassetti per gli oggetti grandi, piccoli scomparti per quelli preziosi, e progettata secondo i principi della luce e dello spazio per cambiare con l’ora del giorno. 2. Sto collaborando con Turri, produttore italiano di mobili di pregio, per esporre nuovi pezzi della collezione Rottet. Abbiamo anche ingaggiato diversi designer per gli accessori. La sera di giovedì 10 aprile parteciperemo a una tavola rotonda intitolata Weaving the World Together, in cui esperti discuteranno dell’amore e della passione che stanno dietro al design.
Studio Klass
1. Crediamo che il valore di un progetto emerga solo quando c’è una domanda reale, una necessità da soddisfare. Piuttosto che concentrarci sull’idea di “creare un oggetto”, siamo interessati a esplorare dove il design può davvero fare la differenza, migliorando l’esperienza, semplificando un gesto o creando nuove relazioni tra oggetti e spazi. La vera domanda, forse, è: di cosa c’è veramente bisogno oggi? 2. Quest’anno al Fuorisalone presentiamo un’installazione e nuovi prodotti per Molteni&C, mentre per UniFor abbiamo curato la comunicazione di due novità che saranno esposte per la prima volta nel loro showroom di Viale Pasubio. In fiera, insieme a Fiam, lanciamo una nuova collezione di contenitori per l’abitare.
Valerio Sommella
1. Così su due piedi, oggi direi che mi piacerebbe progettare una macchina per il caffè, per usarla ogni mattina. Un progetto tanto bello quanto impegnativo. 2. Con Ethimo, una nuovissima collaborazione, presenteremo una piccola famiglia di tavoli in ceramica smaltata per esterni chiamata Tama. Per I 4 Mariani, invece, il divano modulare Siesta, un prodotto pensato per un contesto residenziale partendo da un’idea di comfort estremo, con linee semplici e riconoscibili, per creare una rottura rispetto a quanto fatto con l’azienda negli anni passati. Passando all’illuminazione, ci saranno due novità per DGA, Kumini e Kumax, che ampliano la gamma di prodotti per esterni iniziata qualche anno fa con la lampada Kumi. Con KDLN, celebreremo il 10° anniversario della collezione Kumi, un bestseller e ormai un prodotto iconico dell’azienda, con una nuova lampada da tavolo, che per quanto mi riguarda è il tassello mancante di una collezione già molto ampia. Inoltre, un progetto fotografico racconterà i 10 anni di Kushi attraverso gli scatti di diversi fotografi.