«L’abbondanza delle cose celava la scarsità delle idee e il logoramento di ogni credo»: si commuove quasi, Marco Serralunga, mentre cita il premio Nobel Annie Ernaux. «Questo è al tempo stesso quello in cui credo e quello contro cui combatto. Alla Serralunga noi abbiamo sempre cercato di concentrare i nostri sforzi e le nostre idee per rendere elegante e accessibile il mondo del forniture e dell’outdoor». Nata come conceria a Biella nel 1825, Serralunga compie 200 anni: da sei generazioni produce mobili da esterno famosi per coniugare design, tecnica ed estetica. «Siamo nati prima ancora che si facesse l’Italia. Siamo piemontesi, nel nostro territorio si incontrano eccellenze come Zegna, Loro Piana, Cerruti 1881, tutte aziende che come noi hanno applicato quella che io chiamo una tradizione dinamica» continua Serralunga.
Nello specifico, è con la stampa rotazionale che Serralunga cambia la sua storia: «Marco, tu sei l’uomo che ha fatto ruotare il mondo, mi prendeva in giro Elio Fiorucci». Tecnologia sviluppatasi negli Stati Uniti nel corso della seconda metà del Novecento, veniva utilizzata per realizzare serbatoi, cisterne e contenitori chimici resistenti, privo di saldature, leggeri, trasportabili. «L’ha scoperta mio padre, viaggiando negli Stati Uniti sul finire degli anni Settanta, nel corso di alcune fiere delle tecnologie plastiche» continua Serralunga.



«Siamo stati i primi a pensare che quella tecnologia, prettamente industriale, avrebbe potuto essere sfruttata in tutt’altro ambito e modo». Il sistema infatti era perfetto per essere applicato al mondo dell’outdoor, a patto di avere la visionarità per comprenderlo: «Abbiamo sempre avuto la lungimiranza di cambiare la destinazione d’uso della tecnologia o dei prodotti». Questo negli anni, s’è tradotto Vas One, prodotto iconico, estremo, fuori scala. Ma anche la scelta di mettere una luce in un vaso o creare vasi laccati («La tecnologia quella volta la prendemmo dai camion dell’Iveco»).
Nel tempo, altri hanno applicato la stessa tecnologia all’arredamento outdoor. Talvolta, aggiunge Serralunga, con risultati sospettosamente simili: «Dicono che essere copiati è sinonimo di successo, me lo ripeteva sempre Paolo Rizzatto. Rispetto a tanti che si sono avventurati nella stampa rotazionale, per poi lasciare perdere, o con scarsi risultati, noi abbiamo fatto della coerenza la nostra forza, il nostro elemento di successo e di riconoscibilità sul mercato». Basti citare i divani con cuscini in tessuto e base rotazionale in plastica o i vasi che si possono avvitare al terreno con l’aiuto di una punta in acciaio («Santavase di Denis Santachiara, uno dei miei preferiti, ha una poeticità meravigliosa!»). Tra le collaborazioni, l’eleganza e la raffinatezza di Paolo Rizzatto, autore tra gli altri della Panca Romeo e della panchina Giulietta. Marc Sadler maestro di pensiero della tecnica con le sue lampade e vasi con luce, e i lettini Aqua. O ancora Zaha Hadid, le cui iconiche forme morbide hanno abbracciato, tra non poche sfide, tavoli e divani. La coerenza nella strategia d’impresa di Serralunga, va detto, s’estende anche ad una costanza estetica.
Non poco, per un brand che in duecento anni ha incrociato i destini creativi, le menti visionarie e le forti personalità di pesi massimi del design quali Vico Magistretti, Ettore Sottosass, e poi Philippe Starck, Patricia Urquiola, Jean-Marie Massaud e Karim Rashid: «Siamo biellesi, la nostra è un’eleganza di un certo tipo, non priva di ironia. Ma stiamo attenti, perché il confine tra ironia e volgarità è molto sottile, come amava ripetere Nino Cerutti».



L’uso della stampa rotazionale per prodotti in plastica, continua Serralunga, oggi permette al brand di presentare prodotti leggeri, durevoli, riciclabili, esteticamente intriganti. Senza mai sottrarsi alla sfida: «Così è nata Moleskin, una lavorazione artigianale da noi inventata e brevettata che prevede una sopra di grattamento della plastica per ottenere l’aspetto di un tessuto dalla plastica». Così da evitare, spiega, vernici o trattamenti anti-ecologici.
Resistente, si asciuga velocemente e ha numerose applicazioni, dai lettini ai tavolini, dai vasi alle poltrone. Soprattutto, omaggia un senso spesso meno sfruttato dall’outdoor, quello del tatto: «Lo spazio outdoor, oggi, è il vero lusso. E questo vale in ogni metropoli, in ogni nazione. Noi pensiamo non solo arreda il grande attico in centro città, ma anche alla giovane coppia che cerca un divanetto a due posti per il terrazzino. Non creiamo mai tanto per fare. Noi produciamo un contenuto, un’applicazione, un’intelligenza».