La Milano Design Week non cerca l’espansione geografica, ma si concentra sul rafforzamento di quanto costruito negli ultimi anni. L’edizione 2025 vede un re-design del centro città. Milano si ripensa partendo dal suo cuore, un centro città storico spesso messo in ombra dalle zone emergenti, ma ora nuovo epicentro del design.
Qui, showroom, gallerie, cortili, palazzi e nuovi spazi come il flagship store di Molteni di via Manzoni, la nuova strada del design, diventano protagonisti indiscussi. A pochi passi c’è Brera, uno dei quartieri più vivaci in questa settimana.
E il Porta Venezia Design District, che ha appena due anni ma in pieno fermento, diventa una “Porta del Design” grazie ai suoi monumentali Caselli — che si rifanno il look grazie all’intervento artistico di Toiletpaper per Prima Assicurazioni, sponsor principale della zona. La borsa del “chi sale, chi scende” è sempre più veloce. Destinazioni come la Stazione Centrale appaiono più discrete e tranquille, kermesse come l’Isola Design Festival guadagnano sempre più terreno nella mappa delle tappe Da non perdere.
Tuttavia, per una fetta di pubblico, soprattutto di visitatori stranieri, il numero crescente dei singoli eventi rischia di rendere la Design Week troppo frammentata e dispersiva, a discapito della sua originaria identità. Un tema sollevato dai protagonisti stessi della settimana più frequentata (+400.000 visitatori, almeno stando alle cifre ufficiali) di Milano. È Gisella Borioli, fondatrice di Superstudio Più: «Non è facile preservare la qualità quando ti scontri con la quantità. I messaggi diventano confusi, le linee si perdono, la competitività eccessiva è negativa», commenta.
Se da un lato il rischio è di smarrire la cultura e l’unicità di Milano tra aperitivi e caccia ai gadget, come si fa a contenere i confini? C’è chi dai confini è anche uscito: come Alcova, che nella sua ottica di re-design, ha scelto anche quest’anno di posizionarsi a Varedo, a mezz’ora di treno dal centro, espandendosi e portando il collectible design da Villa Borsani e Villa Bagatti Valsecchi fino alle Serre Pasino e all’ex stabilimento industriale SNIA.
Accanto a questa realtà, che l’anno passato ha avuto un ottimo successo di pubblico, approdano a Varedo anche Brutal, la mostra/evento collettiva che celebra il design da collezione grezzo e il fascino del brutalismo, e la collettiva Good Selection, 61 designer internazionali. Anche nell’allontanarsi c’è la chiave per rinnovarsi?