L’ufficio, terza dimensione dell’individualità

C’è lo spazio privato, quello pubblico e poi c’è quello lavorativo, dove i due ambiti si miscelano alla produttività. Nel racconto a più voci dei protagonisti dell’arredo office, ecco come si è evoluto il trend nel settore, inevitabilmente e strettamente connesso a nuovi modelli sociali

#pedraliworkspaces by Pedrali - Photo © Omar Sartor
#pedraliworkspaces by Pedrali - Photo © Omar Sartor

In che direzione sta andando il mondo dell’office? Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una trasformazione radicale dell’universo lavorativo, influenzato da cambiamenti culturali, generazionali, ambientali e tecnologici. La presenza fisica si è evoluta in modelli di lavoro più fluidi, che hanno portato a riconsiderare il concetto di produttività, misurata non più solo in base al tempo trascorso alla propria scrivania. Il riferimento unicamente allo smart working sarebbe riduttivo. Perché la rivoluzione tocca la cultura stessa del lavoro, e quindi le aziende al loro interno, associando l’efficienza mentale a flessibilità di movimento, connessione e scambio. E disegnando l’ufficio come un luogo vivo, e non statico, alimentato dalla commistione tra le persone.

Super Random Back by Manerba, design Gio Tirotto
Super Random Back by Manerba, design Gio Tirotto

«Si potrebbe pensare ad una sorta di clubhouse o hub culturale che sostiene gli obiettivi e i valori dell’azienda, promuovendo al contempo un senso di comunità». Racconta Grazia Manerba, Presidente dell’omonimo brand. «In seconda battuta è il luogo dove si lavora. Paradossalmente, più si sta online più c’è il desiderio di fare esperienze fisiche di qualità. Questa esigenza potrebbe essere soddisfatta anche dagli spazi di co-working, che creano un senso di comunità attraverso eventi e spazi condivisi».

Catifa Carta chair, Onemm table by Arper - Photo © Alberto Sinigaglia
Catifa Carta chair, Onemm table by Arper – Photo © Alberto Sinigaglia

«La presenza in ufficio e il lavoro da remoto possono coesistere in modo armonico, bilanciando al meglio esigenze personali e professionali» – precisa Simona Colombo, Chief Marketing Officer di Arper. «Ma l’interazione in presenza ha un valore che risiede nella possibilità di rafforzare il senso di appartenenza, stimolare la creatività e formare un ambiente più coeso». Tutto questo crea un’ambiguità spaziale tutta da riprogettare che ruota attorno a nuovi valori, come integrazione, adattabilità, polivalenza, dinamismo, mutabilità, ma anche ricerca di privacy.

Loop Collection by Capdell, design Patrick Norguet
Loop Collection by Capdell, design Patrick Norguet
Cécile collection by Capdell, design Mario Ruiz
Cécile collection by Capdell, design Mario Ruiz

Nuove scelte stilistiche esperenziali
La risposta dell’adattabilità al cambiamento da parte dei brand d’arredo di settore è stata veloce. Con una premessa. «Gli uffici devono affrontare una sfida: offrire un valore aggiunto che motivi i dipendenti a partecipare di persona – afferma Andrea Borja, Marketing Manager di Capdell -. Ciò si traduce in ambienti più attraenti, arredi confortevoli e spazi che facilitano il benessere, la concentrazione e il riposo. La salute mentale e fisica è una priorità». È in corso, di fatto, un processo di umanizzazione degli ambienti di lavoro, in grado soprattutto di comunicare sicurezza, gentilezza, comfort.

Alis by Fantoni
Alis by Fantoni

Tanto da prendere forma nei pay off di alcuni marchi. Valori trasmessi da arredi ergonomici, elementi biofili, uso dei colori e illuminazione prevalentemente naturale. Ad incidere è poi l’isolamento acustico, con materiali fonoassorbenti integrati negli arredi, specie nelle postazioni cocoon o in aree break out. Ed «anche gli spazi outdoor diventano parte integrante dell’ufficio – sottolinea Monica Pedrali, CEO dell’azienda -: aumentano le postazioni all’aria aperta dove poter lavorare oppure rilassarsi, luoghi in cui le persone desiderano rimanere. Qui gli arredi garantiscono comfort, resistendo al meglio agli agenti atmosferici».

Loop by Milani - Photo © Alberto Sinigaglia
Loop by Milani – Photo © Alberto Sinigaglia

L’intero ecosistema dinamico dell’ufficio ruota attorno a «paesaggi umano-centrici – dicono in Fantoni -, con aree in-between e zone ibride dove il primo spazio (casa) e il secondo (ufficio) si mixano per generare terzi luoghi welcoming e duttili per lavorare, incontrarsi, rilassarsi, individualmente o con altri. Uffici altamente adattabili, concepiti per rispondere ad esigenze diversificate con layout facilmente modificabili e prodotti altamente riconfigurabili, dove la modularità e la multifunzionalità dell’arredo permettono una configurazione flessibile nel tempo». Una tendenza, quella della trasformabilità, che tocca anche l’home office, con un impatto significativo sia sugli spazi abitativi che sul modo di vivere la casa. Diventano essenziali quindi soluzioni salvaspazio, che siano funzionali ma accoglienti con un’estetica senza tempo.

Mara - Icon High Back design Marcello Ziliani - Elle bookcase system design Ferruccio Laviani - Foil table design Christophe Pillet
Mara – Icon High Back design Marcello Ziliani – Elle bookcase system design Ferruccio Laviani – Foil table design Christophe Pillet

Il peso della sostenibilità
Cresce la consapevolezza dell’impatto sull’ambiente nella scelta di materiali sostenibili e nell’intero processo produttivo. «C’è un forte utilizzo di materiali riciclati e riciclabili, tessuti eco-friendly e legno certificato. Anche la durabilità è un aspetto fondamentale», racconta Nicoletta Milani, CEO Milani. «Tutti i prodotti sono progettati in un’ottica di completa disassemblabilità (sia per il refurbishment sia per il corretto smaltimento a fine vita) – aggiunge Simona Colombo, Chief Marketing Officer di Arper -, senza alcuna presenza di colle, e alimentiamo costantemente la ricerca di materiali innovativi anche per le imbottiture». C’è anche chi, come il marchio Mara, investe “in una produzione 100% Made in Italy e a km 0, che consente un controllo completo sulla circolarità del prodotto”.

Franny by Dieffebi
Franny by Dieffebi

Il futuro dell’office
Dunque, quali orizzonti sta guardando il settore? È di nuovo Mara a parlare: «Si va verso spazi di lavoro che danno priorità all’esperienza degli utenti. Il design antropocentrico rappresenta una tematica sempre più centrale dell’abitare contemporaneo, e guarda al design non solo nella sua efficacia funzionale ma anche alle sensazioni che è in grado di generare, facendo così evolvere il rapporto fra gli arredi e i suoi fruitori». E aggiunge Alessandra Fardin, Dieffebi Marketing & Innovation Division: «Il futuro degli uffici si orienta verso un approccio progettuale giocoso, con sistemi d’arredo adattativi, capaci di far riscoprire il piacere di lavorare in spazi che ispirino».