Dal 7 al 13 aprile, Isola Design Festival 2025 esplorerà il tema Design is Human, mettendo al centro l’importanza dell’esperienza umana nel processo di progettazione. Con un focus sul benessere delle persone e dell’ambiente, sulla sostenibilità e sull’integrazione tra innovazione digitale e tradizione artigianale, il festival riflette sull’impatto sociale e ambientale del design.
Gabriele Cavallaro, co-fondatore e CEO di Isola Design Group, sottolinea come i designer siano oggi chiamati a un ruolo responsabile, rispondendo alle diverse esigenze delle persone e del pianeta.

Tra le proposte più attese del distretto, tra cui spiccano le mostre presso la nuova location del Basic Village (via dell’Aprica 1), uno dei focus più rilevanti riguarda l’artigianato indiano contemporaneo, frutto di una ricerca costante portata avanti da Isola Design Studio. Negli anni, il gruppo ha costruito una rete globale che esplora culture e tendenze, e ora porta in scena una selezione di progetti che uniscono la tradizione indiana e il design innovativo.

Il cuore di questa esplorazione sarà la mostra Rasa – The Indian Collective, che si terrà presso lo spazio Viafarini (via Carlo Farini 35). Curata da Nidhi Chandak e Varun E S, parte della squadra di Isola Studio in India, la mostra celebra l’artigianato indiano attraverso le reinterpretazioni di una quindicina di designer indiani che si cimentano una varietà di materiali come vetro soffiato, marmo, tessuti, terrazzo ricavato da scarti edilizi, pietra arenaria, bambù intrecciato e legno. Il termine “rasa”, che in sanscrito evoca l’esperienza emotiva legata alla creatività, racchiude in sé l’intento della mostra: esplorare il design come un viaggio che fonde storie artigianali, cultura e innovazione.


Sono molti pezzi i interessanti in esposizione: Aathirai di Pravi è una serie di luci ispirate agli elementi decorativi intricati tipici dell’antica tradizione artigianale indiana, contaminati da un’estetica contemporanea; Mudra di Beyond Dreams è una chaise longue dalle linee organiche, e prende il nome dal gesto sacro della mano che simboleggia la mindfulness, l’equilibrio: un invito a creare un luogo di pace nella casa; Cinch di Okikrit è un progetto che reinventa l’arte tradizionale dello smocking, il ricamo a nido d’ape, unendo la rigidità del bambù alla fluidità del tessuto, dando vita a un’opera tridimensionale organica e viva.

Sempre da Rasa – The Indian collective, la serie di arredi Loop di Andblack Design Studio ridefinisce l’interior con linee fluide, materiali genuini: ogni pezzo è quasi una scultura, e al contempo arredo funzionale che trascende le mode. Nella collezione di Umeni, ispirata a diverse tecniche artigianali indiane, i pezzi fondono texture naturali, toni terrosi e forme scultoree, creando un contrasto poetico tra struttura e fluidità, complessità e minimalismo. Realizzata a mano con un impegno verso la sostenibilità, la collezione offre arredi su misura.

Un aspetto innovativo dell’allestimento è dato dalla collaborazione con Nouz3D, azienda indiana di stampa 3D di grande formato, che produrrà le basi e i piedistalli per le opere esposte, portando la tecnologia al servizio della creatività.