DATA SHEET
Owner: Guillaume Foucher e Frédéric Biousse – Les Domaines de Fontenille
Network: Relais & Châteaux
Renovation and interior design: Pierattelli Architetture
Furnishings: Gervasoni, Lema, Tectona
Custom made furnishings: AB Arredamenti Bianchi, MG sedie&tavoli
Lighting: Flos, Platek
Bathrooms: Ceramica Cielo, Geberit, Marazzi, Rare, IB Rubinetterie
Doors: Salto
Curtains: Moncini Tendaggi
Kitchen (restaurant): Zanussi
Flooring: Cotto Manetti Gusmano & Figli
Artworks: Dune Varela
Photos: Iuri Niccolai, Sylvie Becquet
Un recupero gentile e rispettoso, fatto di impegno e sensibilità. Quelli che Frédéric Biousse e Guillaume Foucher, coppia francese con un passato nella moda e nell’arte, mettono in ognuna delle loro proprietà, prima in Francia e adesso anche in Toscana, dove nel cuore del Chianti hanno aperto Pieve Aldina: buen retiro affiliato Relais & Châteaux, che un tempo è stato la residenza estiva di un vescovo e prima ancora un monastero, con tre case – quella padronale vincolata come bene storico, lo Studiolo e il Conventino – per un totale di 22 camere e suite affacciate sulle colline.


Curata dallo studio fiorentino Pierattelli Architetture, la ristrutturazione ha conservato gli spessi muri esterni, i tetti in coppi, i portici in pietra e i cortili interni dove circola l’aria. In alcune stanze sono stati recuperati gli affreschi del XVI e XVII secolo, in altre sono arrivati stencil e trompe-l’oeil raffiguranti putti e grottesche, in altre ancora i muri in calce naturale presentano una sensuale palette di verdi pastello e pannelli dipinti in legno, in armonia con gli uliveti che abbracciano la tenuta.



«Una delle maggiori sfide era creare un’armonia tra le decorazioni originali e gli arredi minimalisti», rivelano i proprietari, sempre attenti ad abbinare colori e materiali, l’aspetto rustico tipico della tradizione toscana, con i pavimenti in cotto realizzati su misura da un artigiano locale, e soluzioni contemporanee come i divani di Gervasoni, gli armadi di Lema, le lampade firmate Flos e Platek.


Se nelle salette comuni i colori richiamano la terra e la natura, il ristorante Le Rondini, aperto in quello che un tempo era un deposito per gli attrezzi agricoli, esibisce un soffitto a voltine in terracotta illuminato da lampade a binario. Ci si accede da un atrio luminoso oppure dal giardino che con la bella stagione fa da sfondo ai tavoli per mangiare all’aperto e ai tanti salottini open air, arredati con poltroncine e divani Tectona nell’elegante tonalità cromatica del bianco e nero.