Wall&decò, il percorso fa la differenza

L’azienda romagnola guarda il 2025 puntando sul mix tra estetica e innovazione anche per aprire nuovi mercati internazionali. IFDM ha incontrato Gianluca Laganà, CEO di Wall&decò, che ha portato la sua visione sulla declinazione dell’azienda nel mercato globale, parlando di asset, segmenti di mercato, geografie e fiere

Gianluca Laganà
Gianluca Laganà

Negli ultimi anni il mondo del wallpaper si è arricchito di player. Quali sono i punti di forza che fanno di Wall&decò un partner di valore?
Wall&decò mantiene ancora oggi – dopo 20 anni di vita – un DNA fondato su due pillar: il design e l’evoluzione del prodotto. Il design è declinato attraverso decine di collaborazioni con designer e con la creatività di un centro stile al nostro interno: siamo un’azienda dalla forte impronta sartoriale. L’innovazione è forse il “peccato originale” sul quale è nata Wall&decò, lo studio e la ricerca non si sono mai fermati e oggi l’azienda eccelle anche perché ha saputo sviluppare prodotti tecnicamente attraenti che, uniti alla forma estetica, conferiscono all’offerta un notevole valore aggiunto. Un esempio lampante di questo percorso virtuoso è rappresentato dal lancio – ben 11 anni dopo il primo – della seconda generazione della carta da parati per ambienti umidi e bagnati: una linea di prodotti che ha guadagnato nel tempo 25.000 installazioni in oltre 80 paesi nel mondo. L’evoluzione non si ferma, con una leadership mondiale nel segmento ed un livello di trust maturato in diversi ambiti, residenziale, hospitality, corporate.

L’avvento della carta da parati per ambienti umidi è andata a competere con ceramica e pitture?
Non è il nostro focus quello di andare a prendere quote di mercato che sono di altre merceologie. Abbiamo voluto dare un’anima ad ambienti che prima non potevamo raggiungere e oggi i progettisti specificano il nostro prodotto là dove prima non era possibile. Il prodotto è facile da installare e l’ultima evoluzione – Acquabout – consente anche l’installazione su superfici esistenti, con un intervento non invasivo, rapido e che porta anche un considerevole risparmio economico

Due ambienti di casa, cucina e bagno, tendono negli ultimi anni a “uscire”, a contaminare le aree living e notte. Vi corrisponde?
Assolutamente sì ed è uno dei motivi che ci hanno spinto a concentrarci su queste due aree, perché le nostre soluzioni non sono invasive, rispettano e ben si integrano con gli arredi di bagno e cucina esaltandone anche alcune caratteristiche e possono rappresentare il fil rouge che unisce aree originariamente separate tra di loro.

La “caccia al trade” da parte delle aziende del furniture che non hanno un loro flagship o corner rappresentativi è molto sostenuta, le aziende soffrono la mancanza di distribuzione strutturata e preparata a discapito di chi invece ha puntato anche sul project come mercato interessante: avete riscontrato un indebolimento del trade meno connotato?
Non possiamo negare che Wall&decò sia cresciuta grazie al retail collegato al residenziale, è altrettanto innegabile che un prodotto come il nostro – legato anche alla personalizzazione – si presta sempre di più alla specifica di un progettista e il futuro parla chiaramente in questa direzione. Riceviamo costantemente richieste dal mondo retail, naturalmente cerchiamo di scegliere i potenziali partner migliori. Oggi forse non diciamo abbastanza “no”, ci sono ancora retailer silenti, dovremo fare selezione.

Centinaia di soggetti grafici a disposizione: Wall&decò come approccia – anche formalmente – il mercato?
Tutto vero. Wall&Decò ha fatto negli anni la scelta di coinvolgere numerosi designer per altrettante collezioni che, unite a quelle disegnate internamente, creano un’offerta molto ricca. Abbiamo i nostri best seller che rappresentano una specie di comfort zone e ci suggeriscono i trend di quel momento, ma dobbiamo chiederci se la mole di soggetti che proponiamo coincide con le esigenze di nuovi mercati, geografie e segmenti, in forte crescita: non sarà l’unica chiave di lettura della nostra strategia futura, ma un punto su cui riflettere sicuramente.

Il mondo project, per confessione di molti suoi player, ha spesso nella “ripetitività del gesto” una caratteristica che lo porta a fare scelte sui fornitori un po’ sempre uguali: Wall&decò ha rilevato questo?
Il percepito “prodotto=commodity” è reale, è una delle aree di comfort per il progettista ed esiste, a volte con molta evidenza a volte meno. Quello che possiamo fare noi è puntare sulle differenze e sull’innovazione legata alla nostra carta da parati che non transita dal solo aspetto grafico: la linea WET, che cuba il 27% del nostro fatturato, è un esempio assoluto. Nel 2024 abbiamo puntato molto sul versante della sostenibilità, tema caldo, talvolta usato in modo speculativo come greenwashing, che non aiuta: il nostro prodotto non potrà mai essere sostenibile al 100%, ma vogliamo trasferire il nostro percorso verso la sostenibilità. L’arrivo di d.ecodura, prima carta da parati al mondo realizzata in bio vinile certificata IMO per il mondo yachting è un esempio di come ci stiamo muovendo.

Il mondo fieristico è cambiato, molte fiere non ci sono più, altre soffrono, poche resistono: per Wall&decò è un elemento di riflessione?
Oggi i costi degli spazi è esorbitante, in alcuni casi proibitivo, la redemption si è abbassata: la sostenibilità – in questo caso economica – non può certamente essere il solo parametro da considerare, ma sicuramente è necessario fare delle valutazioni più ampie e articolate rispetto al passato.

Wallpaper a tutte le latitudini: ci sono mercati “più mercati” di altri?
Sicuramente il nostro mercato storico è l’Europa, mentre riteniamo strategico posizionarci in USA, facendo leva su un alto livello di percezione del nostro prodotto, con un focus particolare nel settore hospitality. Il Medio Oriente cresce, l’effetto Dubai ha contagiato anche l’Arabia Saudita, con due hub nel mondo del design e dell’architettura – Londra e Singapore – che ad oggi specificano la maggioranza dei progetti in questa area geografica e vanno presidiati con attenzione. Un terzo territorio è l’Asia, area che non abbiamo mai particolarmente esplorato, ma che oggi – per l’alto di gamma – anche in un paese produttore come la Cina, rappresenta un’opportunità con prodotti unici e distintivi come i nostri. Tutte geografie in via di sviluppo all’interno del nostro network, sulle quali ci stiamo strutturando attraverso una rete vendita, di rivenditori, agenzie e distribuzioni sul territorio.