Ceci n’est pas un meuble (omaggio a Magritte)

A cento anni dalla nascita del Surrealismo, ne celebriamo temi e sogni con 14 pezzi di design

December moodboard: Ceci n’est pas un meuble

Cento anni fa André Breton pubblicava il suo Manifeste du Surréalisme dando vita a un movimento destinato a cambiare la storia del ’900 e influenzare tutte le arti. Il Surrealismo oggi festeggia un secolo esatto mantenendo intatto il suo fascino onirico – ispirato ai temi di amore, di sogno e follia, di libertà da convenzioni e razionalità.

A celebrarlo, una serie di mostre in tutto il mondo che ne celebrano i maggiori maestri e le più mirabili espressioni. La principale esposizione, visitabile fino al 13 gennaio 2025, la ospita il Centre Pompidou a Parigi: la mostra, curata da Didier Ottinger e Marie Sarré, riunisce dipinti, fotografie, disegni, film, poesie e molto altro, firmati dai maggiori esponenti del movimento, quali René Magritte, Giorgio de Chirico, Joan Miró, Salvador Dalí, tra i tanti.   

Anche il design non è rimasto indifferente a questa corrente artistica, con sperimentazioni che richiamano direttamente l’arte o ne reinterpretano i canoni e i temi con grande creatività. Abbiamo quindi raccolto le proposte più “surreali” del mondo arredo e decorazione. 

Armadio Sculpt in edizione limitata, design Maarten Baas per Galleria Rossana Orlandi
Collezione Frammenti by margraf, design Raffaello Galiotto, in marmo lavorato con tecniche computerizzate

Raffaello Galiotto rilegge la classicità e i suoi archetipi nella collezione Frammenti di Margraf, opere in marmo destrutturate, elastiche, sciolte e riconnesse, evocativi del passaggio di una storicità che non si distrugge ma ritrova nuovi legami.

La realtà sembra invece perdere la sua tridimensionalità anche nell’armadio Sculpt, edizione limitata disegnata da Maarten Baas per la Galleria Rossana Orlandi, vibrante e ondeggiante nella sua matericità in metallo. 

Lampada da tavolo Lucellino, design Ingo Maurer
Tavolino Traccia by Cassina, design Meret Oppenheim

Carattere antropomorfo per Traccia, a metà tavolino a metà volatile, disegnato nel ’39 da Meret Oppenheim e oggi riproposto da Cassina. In origine era infatti stato denominato “Bird Leg Table” proprio per la sua base composta dalle gambe di un uccello realizzate in bronzo fuso.

Anche Ingo Maurer ha varcato i confini di reale e immaginario con la lampada Lucellino, una lampadina con le ali si libra sopra il tavolo ed è un vero e diventa un richiamo visivo.

Brocca in ceramica dipinta di Lithian Ricci @ Artemest
Le Témoin by Paradisoterrestre, design Man Ray

Il surreale entra nel quotidiano con Le Témoin di Man Ray: “Il grande occhio, il testimone, ti osserva con insistenza nella casa, quando la tua coscienza non resiste; allora lo rovesci e subito si trasforma in un divano”, dichiarò il suo autore; parte della collezione Ultramobile concepita da Dino Gavina nel 1971, è concepito per essere allo stesso tempo funzionale e poetico.

Lo stesso occhio che ritorna, ispirato dalle opere di Dalì e Magritte, nelle creazioni ceramiche dell’artista e pittrice Lithian Ricci, di cui la brocca della collezione Eyes è parte (su Artemest): uno sfondo rosso mattone è costellato dal motivo degli occhi che caratterizzano l’interno e l’esterno, a loro volta ottenuti con la tecnica delineo e un inchiostro speciale.

Vaso Impronta by Cassina, design Ico e Luisa Parisi
Piatto Tema e variazioni n. 116 by Fornasetti
Console Quaderna by Zanotta, design Superstudio
Portasapone Brain Wash by Seletti

E di nuovo, il tema dello sguardo e del subconscio, così caro ai Surrealisti, è fatto proprio da Fornasetti nel piatto n. 116 della serie Tema e Variazioni, dove i lineamenti di Lina Cavalieri sono giocosamente reinterpretati dall’artista.

Elementi del quotidiano si trasformano per diventare altro da sé. E così una mano diventa un vaso in ceramica (Impronta, design di Ico e Luisa Parisi per Cassina), un teschio come portasapone (Brain Wash di Seletti) e un foglio a quadretti che disegna un’intera collezione di arredi (la serie Quaderna di Zanotta by Superstudio). 

Poltrona Capitello by Gufram, design Studio 65
Specchio Broken Mirror by Gufram, design Snarkitecture

Un brand che ha portato l’immaginario nella decorazione, trasformando oggetti comuni in pezzi irriverenti, dissacranti, anticonformisti è Gufram: testimoni della sua attitudine all’onirico sono arredi come Capitello, una seduta (firmata Studio 65) che nasce dalla decostruzione di una colonna greca, o Broken Mirror (by Snarkitecture) che si configura come un’opera d’arte ipnotica, come un portale che si apre nella parete.  

Un altro portale verso la fantasia e l’ignoto è creato dal rivestimento Desiderio, ideato da Eva Germani per Wall&decò, che lascia spazio ai desideri e un’immaginazione infinita dietro a tendaggi che giocano con la luce e le ombre.

Carta da parati Desiderio by Wall&decò, design Eva Germani