In uscita: .Wonder Book Winter 2024

È disponibile da oggi il nuovo numero di .Wonder Book by IFDM. 196 pagine di progetti da tutto il mondo: spazi dedicati all’ospitalità, al retail, al lavoro – ma anche un museo fuori dai canoni e un kindergarten molto speciale. Architetture da vivere

.Wonder Book by IFDM è una pubblicazione print e digital che esce quattro volte l’anno ed è dedicata a progetti di interior design e architettura da tutto il mondo. Nel numero di dicembre, 196 pagine in uscita adesso, il focus principale è sugli spazi dedicati all’ospitalità (alberghi, resort, ristoranti), al retail e al lavoro. Ma ci sono anche un museo fuori dai canoni e un kindergarten dove creatività e apprendimento sono legati a doppio filo. E progetti dal forte impatti impatto visivo raccontati da una sola, potente immagine.

Il principio del piacere

by Ruben Modigliani – Editor-in-Chief

Nella foresta amazzonica brasiliana c’è un monumento all’irrazionalità: è il parco_scultura Las Pozas, voluto dall’eccentrico magnate inglese Edward James. James, grande sostenitore dei Surrealisti, era stato ritratto due volte da René Magritte. Una delle due tele si intitola The pleasure principle (“il principio del piacere”), espressione che potrebbe essere una parola d’ordine per tanta architettura che presentiamo nelle pagine di questo nuovo numero. Pensata per assolvere a determinate funzioni, certo. Ma anche per essere goduta da chi la utilizza – che si tratta di post su Instagram o di sentimenti molto più profondi.

Ruben Modigliani - Photo © Valentina Sommariva
Ruben Modigliani – Photo © Valentina Sommariva

In questa chiave di lettura l’esperienza del fruitore, in altre epoche lasciata un po’ da parte, diventa uno dei cardini del progetto. E, insieme alla sostenibilità – diventata imprescindibile – il suo elemento vincente. Questo vale per tutti gli aspetti legati all’ospitalità ma anche a quelli del lavoro e della produttività: la presenza di stimoli non distrae ma anzi dà motivazione. Non è un caso che sempre più aziende, nel contrattare una nuova posizione lavorativa, mettono sul tavolo anche la bellezza della sede o dell’ufficio in cui lavorerà la persona a cui sono interessate. È una sfida a cui sono chiamati tutti i progettisti: creare spazi – ambienti, palazzi, città – capaci di coinvolgere profondamente chi li vivrà. «La vita è più importante dell’architettura», diceva Oscar Niemeyer. Impariamo a godere di entrambe e la nostra esistenza sarà migliore.

A proposito di Las Pozas: quella delirante sequenza di colonne, archi, terrazze e gradinate mi richiama alla mente un capolavoro di recupero, l’ex cementificio che Ricardo Bofill, con genialità visionaria, trasformò in casa/studio. Uno dei luoghi di lavoro più belli di tutta la storia dell’architettura. Sarebbe bello che ce ne fossero altri: perché se è vero che il lavoro nobilita l’uomo, molto spesso è vero anche il contrario, perché l’elemento umano è inimitabile. Ma in questo caso l’uomo (o donna che sia) deve essere felice.

Il lato positivo

by Alessandra Bergamini – Deputy Editor of .Wonder Book

In un presente ‘neutro’ o addirittura incerto, caratterizzato da molte incognite e da eventi negativi come guerre o emergenze ambientali, secondo le ricerche del Colorworks Design and Technology Center e la relativa visione proposta da ColorForward 2025, la reazione può essere duplice: o la preparazione all’inevitabile catastrofe, oppure un desiderio di longevità ed escapismo, unita a un diffuso bisogno di benessere e protezione. Esperiti in ogni luogo del vivere, nella propria abitazione o nelle strutture vocate all’ospitalità, ancor di più negli spazi dedicati al lavoro. Il tema positivo che emerge qui è la ricerca e il progetto di luoghi che siano accoglienti e generosi, che stimolino il senso di curiosità, produttività, creatività, autorealizzazione, pensati con lo sguardo al futuro e al cambiamento, e con l’attenzione alla vita delle persone.

Alessandra Bergamini - Deputy Editor of .Wonder Book
Alessandra Bergamini – Deputy Editor of .Wonder Book

Se per Massimo Roj – una delle consuete tre interviste dei .Wonder Book oltre a Christophe Pillet e a Simona Malvezzi di Kuehn Malvezzi – lavorare con chi fa innovazione permette di anticipare i tempi e prepararsi a un cambiamento sempre più veloce che sia in grado, ad esempio, di trasformare i “Working spaces into Living spaces”, per tissellistudioarchitetti, dei quali presentiamo qui il progetto dell’headquarter Sidera, “le persone stesse diventano componente del progetto, la chiave di avvio di un meccanismo ricco di ingranaggi che, lasciato andare, si apre in un racconto stimolante, pieno di sorpresa, alla continua ricerca di reazioni”.

Il confine fra spazio per l’attività lavorative e per il vivere si assottiglia, così negli uffici Go a Morelia in Messico, dello studio FMA, è prevista una stanza per la meditazione e l’introspezione, oppure gli spagnoli Masquespacio concepiscono un loro personalissimo luogo ‘live and work’. Una multifunzionalità che, a proposito di futuro non lontano, si prospetta vincente a qualunque tipologia e scala del progettare.