C’era un tempo in cui le gallerie d’arte erano luoghi di sperimentazione e formazione, prima ancora di essere spazi di commercio. Luoghi in cui promuovere le avanguardie che si sapeva avrebbero marcato la storia. Contesti dove – e sembra un paradosso – l’orientamento alla ricerca radicale si integrava con la volontà di supportare opere e artisti destinati all’eternità.
Da 50 anni Luminaire, a Miami, svolge questo ruolo nel mondo del design. Nasir e Nargis Kassamali, di origini indiane ma migrati dal Kenya negli Stati Uniti nel 1973 dopo un percorso di formazione in Europa, sin da giovani progettavano di realizzare questo spazio. «Da quando avevo 16 anni sognavo di avere qualcosa di simile a una chiesa, un luogo dove le persone potessero raccogliersi per sperimentare il buon design», racconta Nasir Kassamali.
L’associazione tra una showroom e una chiesa non è casuale. Sin dal primo spazio di soli 45 metri quadri aperto a Miami nel 1974, Luminaire è pensato non come negozio, ma come luogo per educare al design di qualità (americano, europeo e medio-orientale) l’intero pubblico americano. In precedenza, l’accesso al design era intermediato dagli interior designer, e quindi ristretto a clienti colti e abbienti.
Il successo è immediato. Seguono aperture a Coral Gables (1984), a Chicago (1989), all’aeroporto di Miami (2000), a Los Angeles (2018) e altre ancora. Crescono le dimensioni degli spazi, che diventano anche sedi di incontro e formazione con designer quali i fratelli Bouroullec, Antonio Citterio, Naoto Fukasawa, Piero Lissoni e molti altri. Crescono linee (ad esempio l’outdoor, con Outdoor Therapy) e iniziative (con i concept store temporanei LuminaireX, dove cibo, design, moda e cultura si confrontano). Nel 2020 arriva il prestigioso Compasso d’Oro. E inizia la gestione dei flaghship di Edra Miami, Poltrona Frau Los Angeles e San Francisco, e Molteni&C. San Francisco.
In questi cinquant’anni Nasir e Nargis Kassamali hanno raccontato la loro relazione con il design a pubblici privati e professionali, con un’idea costante: il design è una terza pelle, che segue quella del corpo e dell’abbigliamento. In quanto pelle, il design configura il modo in cui pensiamo e interagiamo con lo spazio e, dunque, la qualità della nostra vita.