È stato presentato oggi al Teatro Grassi di Milano l’Annual Report 2024 del Salone del Mobile.Milano, realizzato con la collaborazione del Politecnico di Milano. Un documento importante ed estremamente articolato che fa il punto non solo sulla manifestazione ma su tutto quello che attorno a essa si muove e che fa di Milano un crocevia del settore fondamentale a livello mondiale. E che nel 2024 ha generato un indotto, per la città e tutta l’area metropolitana, di 275MLN di euro (+13,7% vs 2023).
Ad aprire i lavori è stato invitato il sociologo Charles Landry, tra i massimi esperti internazionali in città creative, che in una breve e coinvolgente lectio magistralis ha evidenziato una serie di elementi che portano a riflettere sui differenti aspetti che compongono il mondo del design: prospettive, culture, condivisioni, combinazioni, interconnessioni. Una visione allargata che suggerisce una riconfigurazione del sistema verso un linguaggio sempre più aperto, capace di raccontare tutto ciò che Milano fa per il mondo del Design al posto di sottolineare ancora una volta il ruolo di Milano nel mondo del Design, consolidato ormai da tempo.
Lo studio è stato complesso: sono stati coinvolti 37 data holder e 86 fonti, organizzati 10 Tavoli di Lavoro con 130 stakeholder, oltre a 530 osservazioni sul campo. Il risultato di questo lavoro di ricognizione, il primo a essere condotto con questa ampiezza, è il documento (Eco) Sistema Design Milano, primo capitolo di un più ampio progetto ideato e promosso dal Salone del Mobile, con la supervisione scientifica del Politecnico di Milano: un osservatorio permanente per conoscere, per la prima volta su base dati, dimensioni e dinamiche di una manifestazione che è diventata elemento di riconoscibilità e di richiamo per la città, Capitale del Design. Una qualifica che non si limita alla sola settimana di fiera ma si estende a tutto l’anno.
Al centro dell’attenzione naturalmente la presenza del design sul territorio, mappando imprese e professionisti legati al design, mettendo in luce dati talvolta inaspettati: il 12% delle imprese, per esempio, è gestito da giovani, il 13,7% da cittadini stranieri, il 27,2% da donne (dato superiore alla media europea del 24%). Diviso in 8 capitoli, oltre 260 pagine e di più 90 grafici, il Report traccia le linee guida che guideranno la nascita del primo Osservatorio permanente sul Salone, analizza indicatori di performance e permette di tracciare un quadro evolutivo.
Gli obiettivi sono ambiziosi: creare un’immagine dinamica dei molteplici aspetti della manifestazione, ma anche iniziare a progettare il suo futuro, indagando sulle scelte dei visitatori – un esempio: grazie all’analisi delle celle telefoniche si riesce a capire quali zone della città coinvolte dal Fuorisalone “funzionano” meglio. Il punto di partenza per una riflessione generale dove i numeri possono aiutare a costruire progetti più concreti e non ragionare “di pancia” come spesso il settore dell’arredo fa.
Un altro dato importante di questo lavoro è che il documento risultante è pensato per essere condiviso: una ricerca che punta a costruire qualità, sostenibilità, governance migliori per tutto il territorio. Col fine ultimo di aggiungere senso – e valore – al territorio. Perché, come ha affermato Landry nel suo intervento, «il problema non è chiedersi quanto costa la cultura; è chiedersi quanto costa non valorizzarla».
«L’obiettivo di questo Report è la condivisione di dati e interpretazioni, a servizio dell’intera cittadinanza, per informare con maggiore consapevolezza le strategie che devono guidare il futuro, già da oggi» afferma Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano. «I risultati di questa esplorazione restituiscono una prima fisionomia di un ecosistema vitale, che distingue, nella sua complementarità e sinergia con il territorio, ciò che accade ogni anno ad aprile a Milano da quanto accade in altre fiere e design week nel mondo. La sfida principale – da affrontare con la città, in tutte le sue istanze – è mantenere saldo il potere attrattivo dell’evento, mantenendo alta la qualità dell’offerta e, nello stesso tempo, risolvendo quelle criticità latenti che caratterizzano gli eventi di questa portata».
«Il Salone, dopo la pandemia, ha affrontato più di una sfida», prosegue Porro; «la più importante è stata la spinta ai processi di internazionalizzazione. Il risultato l’abbiamo visto ad aprile, quando Milano è tornata a essere un palcoscenico intercontinentale, grazie a un Salone che, per presenze, ha superato ogni aspettativa: un traguardo ma anche un punto di ripartenza, raggiunto grazie all’impegno della filiera industriale del Legno-Arredo, che ogni anno scommette sulla Manifestazione. In un contesto di mercati instabili e crisi geopolitiche, anche il nostro ecosistema, per guardare al futuro, deve mantenere un suo equilibrio, con una condivisione di obiettivi tra attori pubblici e privati, e una strategia di “se, si” invece di “no, perché”, come ha suggerito Landry nel suo intervento. Il nostro Report è uno strumento nato per essere messo a disposizione di tutti i decision maker cittadini con cui vogliamo riflettere e agire insieme per informare al meglio il domani».