Finn Juhl, Hans J. Wegner, Arne Jacobsen, Poul Henningsen, Verner Panton: nel pantheon del design del ventesimo secolo ci sono molti danesi. Uno di questi, forse il più sofisticato di tutti – e ancora oggi modernissimo – è Poul Kjærholm, di cui oggi Fritz Hansen lancia una lounge chair rimasta inedita per settant’anni. La storia merita di essere raccontata.
Kjærholm (1929-1980) aveva fatto studi di ebanisteria presso la Danmarks Designskole, dove era stato uno degli allievi prediletti di Hans J. Wegner. Ma il suo materiale di elezione era l’acciaio, che in tutta la sua carriera ha utilizzato in modo magistrale abbinandolo a pelle o a midollino intrecciato, creando mobili lineari e precursori del minimalismo.
Nei primi anni ’50 viene incaricato di disegnare due sedute – una per la mensa, l’altra per le aree di rappresentanza – per un’importante azienda. In quel momento storico tantissimi grandi designer si confrontano con il multistrato e con le sue possibilità. Kjærholm lo fa a modo suo, creando una scocca percorsa per tutta la sua lunghezza da una fenditura in modo da creare, col minimo sforzo produttivo, una forma massimamente ergonomica. E quel taglio, un po’ come nei quadri di Lucio Fontana, diventa un segno distintivo.
Il progetto non venne approvato dal cliente, e su questo c’è un aneddoto. Il titolare dell’azienda era un uomo corpulento e si sedette sul prototipo indossando un cappotto in pelliccia (si era in inverno). La pelliccia si incastrò e ci vollero due persone per aiutarlo a districarsi. «Non mi siederò mai su questa sedia, e neanche nessuno dei miei dipendenti», fu la reazione. Fine della storia.
Nel 2006 ne è stato realizzato un secondo esemplare in occasione della mostra Poul Kjærholm – Furniture Architect al Louisiana Museum, presso Copenhagen. «Per realizzarlo siamo stati chiamati noi», racconta Christian Andresen, art director di Fritz Hansn, «ed è stata la sua prima “uscita pubblica”. Sulla base di quel prototipo del 2006 e delle conversazioni con i figli di Kjærholm, Thomas e Krestine, abbiamo dato vita alla PK23».
«Gli Eames, Eero Saarinen e Jacobsen avevano realizzato sedie freeform a uno o due pezzi, ma nessuno aveva pensato a dividere il multistrato, quindi era un’idea radicale», prosegue Andresen. «Abbiamo molti schizzi di Kjærholm che provano diverse soluzioni, più simili a quelle degli Eames, con grandi staffe, grandi cerchi, strisce di alluminio. È stata la moglie di Poul, Hanne, a raccogliere tutti i diesgni originali e a sedersi con Fritz Hansen all’inizio degli anni 2000 per la mostra al Louisiana. Si sono posti il problema “cosa farebbe Kjærholm se fosse qui”: Hanne, che era un architetto, ha tradotto le idee del marito nel prodotto esposto nel 2006. Trasformando quel prototipo in un pezzo di produzione, siamo rimasti fedeli a quelle idee».
La PK23 sarà disponibile in quattro varianti, legno multistrato in rovere o noce con gambe in acciaio inox spazzolato, in frassino nero con gambe in acciaio inox o verniciato a polveri nero. A queste si aggiungerà, nei primi mesi del 2025, una versione in cui la scocca è rivestita in tessuto e leggermente imbottita.