Artigianato 4.0

Dalle tante design week sparse per il mondo emergono nuove idee e piccole rivoluzioni. Per un futuro che appare molto interessante

“Soft Objects”, design Gaspard Fleury-Dugy
“Soft Objects”, design Gaspard Fleury-Dugy

Settembre, dopo la pausa estiva, è il mese in cui riparte la macchina del design, con appuntamenti in tutto il mondo sia tecnici/commerciali sia incentrati sulle idee. Un percorso che si snoda attraverso l’Europa e ben oltre toccando Parigi, Oslo, Bologna, Verona, Londra, Principato di Monaco, Cannes, Sydney, Como, Vienna, Singapore. Ci sono le fiere tecniche come Cersaie e Marmomac, quelle legate al mondo della nautica di alto livello come Cannes Yachting Festival o il Monaco Yacht Show. E poi ci sono le città che organizzano settimane del design che propongono le idee di progettisti locali: una pluralità di voci che può essere disorientante ma che permette di articolare le tendenze su una scala davvero globale.

Ruben Modigliani - Photo © Valentina Sommariva
Ruben Modigliani – Photo © Valentina Sommariva

Una di queste è la ricerca di un rapporto sempre più stretto tra progettista e materia. Questa ricerca è alla base di buona parte del design da collezione (settore in crescita importante), che trova nel trattamento dei materiali uno dei suoi segni distintivi, e contraddistingue il lavoro di tantissimi giovani. Ancora fuori dal circuito della produzione industriale, questi ragazzi e ragazze si confrontano con il fatto a mano – che spesso li coinvolge in prima persona – come modo per dare forma alle loro idee. E portano nell’artigianato, mondo ancorato alla tradizione, una grande freschezza di pensiero.

Metodi di lavorazione antichi si confrontano con un modo di progettare che nasce dalle tecnologie digitali; ai materiali naturali si affiancano quelli high-tech. E anche l’uso delle macchine viene visto con la modalità del gioco, aprendo nuove strade. Come nel lavoro del designer tessile Gaspard Fleury-Dugy, visto alla Paris Design Week, i cui vasi fatti a maglia mettono insieme moda, scultura, design, produzione industriale e pratica manuale. La cosa più interessante è che li realizza forzando i limiti di macchine utilizzate normalmente per calzini sportivi o scarpe da ginnastica. Un uso “improprio” che crea qualcosa di nuovo: in questa direzione si muovono in molti. Sarà interessante vedere cosa faranno – in un futuro che appare molto vicino.