Lo scorso 20 giugno l’Associazione per il Disegno Industriale ha festeggiato la 28esima edizione del Compasso d’Oro e i settant’anni del premio istituito da Gio Ponti. Tra i 20 prodotti premiati c’è anche MrX disegnato da Marco Acerbis per Talenti, “una nuova tipologia di complemento architettonico a conformazione variabile – si legge nella motivazione della giuria – capace di diventare elemento ordinatore dello spazio oltre che efficiente risposta funzionale al bisogno di ombra”.
«Vincere il Compasso d’Oro è un sogno che si avvera», ha commentato il designer. «È la conferma di anni di duro lavoro e dedizione nel superare i confini del design». Il premio ha un valore speciale anche per Talenti, azienda che quest’anno celebra i suoi primi vent’anni. Ne parliamo con Fabrizio Cameli, che dell’azienda è fondatore e CEO.


Un Compasso d’Oro è un bel modo per festeggiare i vostri primi vent’anni. Pensieri, emozioni?
Direi grande orgoglio. Da un lato, i complimenti a Marco Acerbis per lo splendido lavoro svolto, per l’intuizione e la sua capacità di cercare sempre nuove soluzioni. Dall’altro, soddisfazione per aver creato un prodotto che è una rivoluzione in un mondo dove si inventa sempre di meno. Una costante per la nostra azienda fin dagli inizi esattamente vent’anni fa. Da allora il nostro obiettivo è sempre stato quello di innovare, elevare il design da esterni a uno status sempre superiore scommettendo sul talento. Un lavoro in team fatto con mia moglie, i miei figli e uno staff che si impegna moltissimo per permettere all’azienda di essere sempre all’avanguardia.

Cosa vorreste per il prossimo compleanno importante?
Dopo i primi 20, ogni anniversario è importante. Diciamo che per le nozze d’argento vorremmo esserci ben posizionati in alcuni mercati internazionali come gli Stati Uniti ed aver riscosso successo con la nostra nuova linea Talenti Home di cui ancora non posso rivelare nulla. Ma, in generale, vorremmo continuare a raccogliere quel successo per cui abbiamo lavorato in queste due decadi. Vedere i nostri prodotti nei progetti più prestigiosi del mondo, ci conferma che la strada è quella giusta.

Nel 2004 l’arredamento outdoor lo facevano in pochi ed era molto spesso tecnico. Cosa vi ha spinto su questa strada? E come si spiega secondo voi la grande effervescenza che il settore oggi sta dimostrando?
Come dicevo prima, fin dall’inizio per noi l’obiettivo era chiaro. Andare in controtendenza, scommettere sull’outdoor di design quando non lo faceva nessuno e per farlo ci siamo affidati a nomi come quello di Marco Acerbis, Ludovica Serafini e Roberto Palomba, Ramon Esteve e tanti altri. Avevamo capito che il futuro del design sarebbe uscito fuori dalle mura domestiche perché l’animo dell’uomo ha bisogno di respirare, di vivere a contatto con la natura. La pandemia non ha fatto altro che accelerare esponenzialmente questo processo trasformando una tendenza in una necessità. Poter approfittare di una terrazza, un giardino per cucinare, rilassarsi e trascorrere del tempo in compagnia o da soli, è diventato un must e il design può contribuire in modo decisivo a creare soluzioni adatte ad ogni esigenza. Se poi consideriamo anche l’universo Horeca, siamo solo agli inizi della rivoluzione outdoor.

Cosa è cambiato, cosa è rimasto uguale?
Tutto e niente. Da allora, Talenti è cresciuta non solo in termini di fatturato ma anche dal punto di vista delle anime che la compongono. All’inizio eravamo solo io e mia moglie, adesso ci sono i miei figli Federica ed Edoardo, che hanno dato una svolta all’azienda. Aprendo nuovi canali di vendita, modernizzando la comunicazione e aggiornando la mia visione che necessariamente doveva avere l’upgrade delle nuove generazioni. Diversi ma uguali, come si dice. Lo spirito e la passione sono sempre le stesse e anche la voglia di mettersi in gioco. Allora era solo la forma, adesso la scommessa è anche sui materiali, la sostenibilità, l’efficienza. Termini che vent’anni fa avevano un significato diverso ma che oggi evidenziano l’attenzione alla difesa del pianeta che un brand come Talenti ha nel proprio DNA. In tutti questi anni i gusti sono cambiati e noi ci siamo evoluti ma spesso siamo andati controcorrente, anticipando trend e aprendo nuove strade che altri poi hanno seguito.

Siete presenti in 65 Paesi nel mondo. Quali sono i vostri mercati di riferimento? E quali quelli dove ancora non siete (ma vorreste esserci)?
A parte l’Italia, che resta sempre il nostro mercato principale, a livello internazionale i mercati dove abbiamo più successo si dividono tra Europa (Francia e Spagna in testa) e il resto del mondo con un’ascesa degli USA, Medio Oriente e Australia. Siamo presenti in ogni continente e l’obiettivo più che un allargamento è un maggior radicamento con l’apertura di flagship store in ciascun paese in modo da creare un legame autentico con il territorio, donando la possibilità a quanti più possibili di toccare con mano la qualità dei nostri prodotti e vivere l’esperienza di progettare outdoor di alto livello in presenza.

Qual è la “ricetta perfetta” per un elemento di arredo outdoor?
Offriamo prodotti talmente versatili che è complicato pensare a una ricetta unica. Diciamo che il comune denominatore è il binomio qualità-estetica, ovvero utilizzare materiali d’alta gamma plasmati dalla mente dei designer più prestigiosi del mondo. Una combinazione che si è rivelata vincente e che negli ultimi anni si è concentrata inoltre sull’aspetto relativo alla sostenibilità, portandoci a sperimentare dal punto di vista produttivo al punto da dare vita un vero e proprio dossier dedicato.

Fatta la somma dei vari ingredienti di cui è fatto un vostro prodotto, quanto pesa il design? E come scegliete i progettisti con cui lavorare?
Come dicevo, la scelta dei designer è fondamentale, è la mano che disegna un’idea, che trasforma un concetto per trasformarlo in un oggetto concreto. In questa ottica, ci circondiamo, e non a caso è il nostro nome, di talenti che condividono la nostra vision. Nomi quali Marco Acerbis, lo studio Palomba Serafini Associati, Karim Rashid, Nicola De Pellegrini, Jean-Philippe Nuel, Christophe Pillet, Christian Visentin o Carlo Colombo, apportano al brand ciascuno il proprio contributo e il proprio stile a completamento di un puzzle in continua definizione.

Avete un sogno nel cassetto?
Personalmente essere diventato nonno è il più bello mai realizzato e che da nuova linfa ai miei progetti! Tanti sono diventati realtà, anche quelli che sembravano complessi, hanno preso forma negli anni grazie al gruppo che Talenti è stata in grado di formare e grazie all’audacia di chi l’ha guidato oltre i limiti: vent’anni di attività, collaborazioni di altissimo livello, un Compasso d’Oro, uno spazio espositivo nel centro di Milano di un’eleganza incredibile che è il nostro orgoglio. Oggi vorremmo alzare ancor più l’asticella, essere presenti, come anticipato, con flagship store in più paesi, ottimizzare la produzione in ottica sempre più sostenibile, replicare lo stesso successo anche nell’indoor, facendo di Talenti Home un punto di riferimento per i nostri e per nuovi partner nel mondo.






