Carlo Colombo: a proposito di letti

Breve conversazione con l’architetto e designer italiano sugli elementi chiave della camera. Tra storia del gusto ed evoluzione degli stili di vita

Carlo Colombo

Di tutti gli ambienti della casa, la camera da letto è ancora il luogo più intimo, quello dove solo chi ci abita entra. Uno spazio da arredare forse più degli altri a propria immagine, perché è quello che ci accoglie e dove ci rigeneriamo. Un letto è un elemento di arredo allo stesso tempo semplice e complesso, anche perché è pensato per accogliere una parte importante della nostra esistenza. Ne parliamo con Carlo Colombo, progettista che di letti ne ha firmati parecchi.

Yuna by Flou, design Carlo Colombo

Qual è stato il primo?
Kyoto, per Cappellini. Avevo 25 anni, è stata la mia prima esperienza nel campo del design. Ispirazione giapponese: era un tatami sollevato da terra, con una testata organica, morbida, realizzata con uno stampo tecnologico e verniciata con una finitura molto particolare ed elegante al tatto. Mi ricordo che era stato presentato nel 1993 alla fabbrica del vapore durante il salone del mobile.

Cosa le piace di più di quel progetto?
Il segno pulito, elegante, senza età. Ne parlavo con Giulio Cappellini proprio l’altro giorno, sarebbe bello rimetterlo in produzione.

Letto Adam e comodini Morfeo by Giorgetti, design Carlo Colombo

Come deve essere un letto?
Innanzi tutto: comodo, femminile ed elegante, fatto di dettagli che contraddistinguono sia il progetto sia il brand. Nella scelta di questa tipologia di prodotto è importante creare in empatia diretta con l’interlocutore. Il letto è un oggetto che deve parlare di armonia di forme e funzione in modo da stare con se stessi, sentirsi coccolati. Soprattutto un letto tessile deve far desiderare l’interlocutore di essere accolto, una sorta di alcova domestica. La camera è uno dei luoghi della casa dove c’è ancora una privacy protettiva, quando chiudo la porta sono in un mondo tutto mio…

Letto Adam by Giorgetti e comodino Gentleman by Flou, tutto design Carlo Colombo

Cos’è che rende bello il letto?
I materiali, i dettagli, le buone proporzioni. E naturalmente il pensiero del progettista, un qualcosa di intangibile che si traduce in elementi concreti: è la magia del design. Bisogna pensare anche alle funzioni che questo elemento d’arredo può avere: oggi in camera molti lavorano. Quindi deve essere accogliente, per favorire il sonno, ma anche fornire una superficie d’appoggio. Diventare un oggetto multifunzionale. In parallelo, è anche cambiato il modo di progettare la camera: oggi bisogna considerare anche tutta la parte tecnologica (tv, musica, illuminazioni d’atmosfera). Personalmente credo che la zona notte possa essere rivista con un fit out ben disegnato in rapporto alle nuove fasi evolutive e tecnologiche e integrato con il letto che diventa protagonista. 

Letto Gentleman by Flou, design Carlo Colombo
Letto Frame by Giorgetti, design Carlo Colombo

Il più bel letto della storia del design?
Vico Magistretti è stato l’artefice, con Flou, di Natalie, il primo letto tessile (prima erano solo in metallo o in legno). Per me è un archetipo. La chiave è la testata, un pannello semplicissimo ricoperto con un tessuto imbottito legato da lacci. Una sorta di guanciale che, ripiegato, diventa una testata estremamente comoda dove potersi appoggiare. Un’idea semplice e geniale, come un quadro di Lucio Fontana. In più è un letto con dimensioni molto contenute che si presta ad essere inserito anche in spazi contenuti. Sicuramente un progetto che ha lasciato il segno.

Vico Magistretti e Rosario Messina, fondatore di Flou, con il prototipo del letto Nathalie
Nathalie, progettato da Magistretti nel 1978, è stato il primo modello di letto tessile