Oltre 30 milioni di abitanti, con il porto principale del Paese, da una recente ricerca è risultata tra le metropoli più alla moda dell’Asia e quattordicesima al mondo. Estesa su oltre 6.340 chilometri quadrati (New York su quasi 784 e Roma su 1.285), Shanghai è un’occasione imperdibile per visitare una delle zone più effervescenti e dinamiche del pianeta. Data la sua estensione è inevitabile operare delle scelte per assaporare in 24 ore la città soprannominata “Regina d’Oriente”, “Perla d’Oriente” e “Parigi d’Oriente”. Per chi sia interessato all’arte, alle nuove architetture, che convivono con le più antiche, e il mondo del design, ecco una guida alle location più interessanti.

Sulla linea 9 della metropolitana che corre lungo il margine meridionale della French Concession, l’area di Shanghai che la Francia amministrò dal 1849 al 1946, verso est, vale la pena soffermarsi nel centro di Pudong dove, proprio sotto la celeberrima Oriental Pearl Tower e di fronte agli edifici storici del Bund, sorge il Museum of Art Pudong (MAP). Progettato da Jean Nouvel, architetto già vincitore del Pritzker Prize e progettista tra gli altri del Louvre di Abu Dabi e del Museo Nazionale del Qatar a Doha, è una squisita sintesi tra la semplicità dello stile moderno e le peculiarità insite nella cultura cinese.

Da qui si può raggiungere il West Bund Museum e la galleria d’arte contemporanea Long Museum West Bund. Il primo, progettato dagli uffici di Berlino e Shanghai di David Chipperfield Architects, si presenta come edificio imponente sviluppato con tre padiglioni alti 17 metri posti a ventaglio attorno alla hall centrale; il secondo, fondato dal collezionista milionario Liu Yiqian e dalla moglie Wang Wei, porta la firma dell’architetto cinese Liu Yichun dell’Atelier Deshaus e consiste in una costruzione estesa su una superficie di 33.000 metri di cui 16.000 destinati a esposizioni e mostre.

Un altro punto di interesse è la Power Station of Art, primo e più importante museo pubblico della città per il quale la maison francese Chanel ha recentemente annunciato un progetto di ristrutturazione di 10.000 metri quadrati. Qui, nel nuovo Espace Gabrielle Chanel, verrà ospitata la prima biblioteca pubblica d’arte contemporanea della nazione. In prossimità del quartiere artistico per eccellenza M50 che ospita 120 gallerie e studi di arte provenienti da più di 20 Paesi, si può ammirare il complesso 1000 Trees, firmato da Thomas Heatherwick, a uso misto: il sito di quasi 61.000 metri quadrati è stato concepito come due colline ricoperte di 1.000 alberi e 250.000 piante che rivestono negozi, caffè, nuovi spazi pubblici e passeggiate.

Entrare nell’area pedonale del quartiere di Xin Tian Di significa immergersi in uno degli stili architettonici più tipici della metropoli, quello dei “shikumen”: apparso per la prima volta nel 1860, combina elementi occidentali e cinesi. Qui hanno trovato la loro sede ideale il brand australiano Aesop, che ha aperto nel 2022 il suo primo spazio in città e, l’anno precedente, il concept store cosmetico Harmay con un punto vendita dall’immagine futuribile firmato dallo studio Aim Architecture.

Nella French Concession si trova Domus Tiandi, una delle location più di prestigio per il design in Cina. Qui hanno sede gli showroom di brand famosi “made in Italy” come Oluce, Minotti e Molteni&C. Nel distretto di Jing’An una ex stazione di polizia ristrutturata ospita il concept store The Design Republic con i migliori brand di design del mondo, il primo flagship store di Fendi Casa in Asia inaugurato lo scorso anno e, dal 2016, nel vicino quartiere di Fuxing Park, quello di Boffi | De Padova.

Per finire, uno sguardo sui ristoranti dove l’experience è un sapiente mix di cucina avanguardista e location di design. Si va dal EHB dello chef stellato danese Esben Holmboe Bang collocato in una storica villa in cui la medicina tradizionale cinese incontra la purezza dei paesaggi scandinavi nel progetto di Chris Shao Studio, al Lunar, inaugurato nel 2021 sotto la supervisione progettuale di So Studio e la cucina dello chef di Singapore Johnston Teo. Per terminare la serata è d’obbligo una puntata al bar solo-su-prenotazione
J. Boroski, dove atelier XY ha pensato a un locale immersivo che gioca un mix di legno, vetro e pelle, colori caldi, luci soffuse e centinaia di insetti conservati sotto vetro alle pareti.