La mostra organizzata dalla galleria Friedman Benda (515 W 26th St 1st Floor – fino al 15 giugno 2024) in concomitanza con le giornate newyorkesi del design indaga le risposte alle emergenze del nostro tempo da parte dei più noti progettisti contemporanei. Focus della mostra, la materia e la manifattura, contrapposte ai processi di industrializzazione di massa e all’abuso delle risorse, con uno sguardo sempre più rivolto alla sostenibilità. Un’esplorazione sul riciclo e l’upcycling narrata dall’opera di Hamed Ouattara del Burkina Faso che ripropone materiali di scarto come i fusti di petrolio; Estúdio Campana trasforma la materia locale e la ricontestualizza attraverso l’artigianato e il genius loci, mentre Max Lamb realizza una collezione in cartone riciclato proveniente dal suo studio, infondendo nuovo valore a un materialo di scarto.


L’esplorazione della geologia legata a materiali e processi definisce il lavoro di Studio Raw Material, con sede nelle pianure desertiche dell’India occidentale, permeato su elementi come sale, marmo, argilla e resine vegetali, mentre l’industria dell’avocado è indagata dal designer messicano Fernando Laposse che utilizza gli scarti per le sue creazioni. Design contemporaneo e tecnologia sono invece i temi affrontati da Paul Cocksedge, i cui lavori ricercano le diverse possibilità dei processi produttivi, da Joris Laarman che utilizza tecniche computazionali per creare elementi ispirati alla natura e dallo studio gt2P che sintetizza una metodologia parametrica.

Infine il rapporto design-natura si svela nelle creazioni di Full Grown plasmate con l’utilizzo della fotosintesi come principale processo produttivo, di Erez Nevi Pana focalizzate sul sale del Mar Morto o Marlène Huissoud e i suoi pezzi “quasi funzionali” realizzati dalle fibre dei bozzoli del baco da seta.