Classe 1974, Mathieu Lehanneur si appresta a vivere un 2024 significativo: celebrato come Designer of The Year da Maison&Objet, la sua torcia olimpica sarà il fulcro della cerimonia di apertura il 26 luglio lungo la Senna, in occasione delle Olimpiadi Parigi 2024. Niente male, considerando che quest’anno il designer francese festeggia anche i suoi 50 anni, un compleanno all’insegna dei successi collezionati nell’ultimo trentennio.
«30 anni fa, quando Maison&Objet inaugurò, ero appena agli inizi come studente di design. Prima ancora di progettare qualcosa, arrivare alla fiera era già il mio obiettivo, se non il mio Santo Graal!», racconta Lehanneur che, mischiando arte, design e tecnologia all’interno dei suoi progetti, è oggi uno dei rari designer ad essersi assicurato la totale libertà di progettazione lanciando il proprio marchio.
L’esordio è stato promettente: la sua tesi di laurea sul design terapeutico, realizzata durante gli studi presso l’ENSCI-Les Ateliers (Ecole Nationale Supérieure de Création Industrielle), è entrata a far parte della collezione del MoMA di New York. Oggi la Factory, lo studio-laboratorio che il designer ha recentemente fondato, è il quartier generale in cui progetta, sperimenta e assembla, inseguendo un’innata curiosità per la natura e la scienza, un desiderio di continuo perfezionamento e un appetito per la ricerca che lo hanno spinto, nel tempo, a realizzare progetti che hanno definito un segno estetico inconfondibile.
Dalla lampada S.M.O.K.E., che evoca una sinuosa e fugace nuvola di fumo imprigionata una palla di vetro, alla serie di arredi Ocean Memories, che “congela” nel marmo l’effetto del movimento delle onde del mare, la naturale propensione di Lehanneur per la sperimentazione è palpabile: «in un mondo che trabocca di oggetti, tutti i materiali utilizzati esistono fin dall’alba dei tempi», spiega; «mi piace giocarci per fargli esprimere qualcosa di leggermente diverso. Voglio creare magia, ma nel mondo reale per far accadere la magia servono alcuni piccoli trucchi». Ed ecco spiegato il lavoro a stretto contatto con scienziati, ingegneri e artigiani, figure di cui Lehanneur si circonda, generando collaborazioni e confronti, al fine di perfezionare tutti i suoi “giochi di magia”.
Maison&Objet gli ha riservato uno spazio speciale nella Hall 7, in cui Lehanneur ha creato Outonomy, un’installazione che parla di «fuga, decollo, respiro, vita», spiega. Un ambiente astratto dominato immerso nel colore giallo, lo stesso delle tende in plastica industriale che Lehanneur ha scelto per la sua Factory.
«La storia della civiltà e dell’architettura è punteggiata da tentativi, soluzioni e proposte per una casa isolata: l’igloo, la capanna, la baita o la yurta. La sfida qui è combinare le nostre esigenze con le tecnologie attuali. Lontano dall’essere nostalgico o un tentativo di tornare al passato, Outonomy mira a rispondere alla domanda: di cosa ho veramente bisogno?».